Celiachia: cani e gatti in casa riducono il rischio nei bambini geneticamente predisposti
Ci sono mille ragioni per decidere di accogliere in casa un cane e un gatto. E tra queste ce ne è una poco nota: la convivenza con un animale domestico riduce il rischio di celiachia nei bambini geneticamente predisposti. A Matera, nel corso il XXX Congresso Nazionale della Società Italiana di Gastroenterologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP) è stato presentato uno studio condotto negli Stati Uniti (Harvard) e in Italia (Roma, Milano, Ancona, Salerno, Bari, Bergamo, Genova, Bologna) che ha scoperto quali fattori ambientali, in presenza della predisposizione genetica, possono favorire o ostacolare l’insorgere della patologia.
La celiachia ha le massime probabilità di manifestarsi non solo quando la predisposizione è più marcata, ma anche se sono stati assunti antibiotici o determinati farmaci anticidi cioè inibitori della pompa protonica (per periodi prolungati); e soprattutto nelle bambine.
Al contrario, il suo sviluppo sembra invece essere chiaramente ostacolato nei bambini maschi che, oltre ad avere un rischio genetico meno acuto, assumono probiotici, vivono accanto ad animali domestici come cani e gatti e hanno avuto infezioni virali.
«I legami tra l’insorgenza della celiachia e questi fattori ambientali a questo punto sono evidenti, ma è chiaro che andranno indagati a fondo, in altri studi, per comprenderne la natura e i meccanismi. Tuttavia, quello che è emerso da questa ricerca è importante percé fornisce indicazioni che potrebbero aiutare a prevenire o almeno a non favorire la patologia», commenta Claudio Romano, presidente SIGENP.
Lo studio è stato condotto finora su 423 bambini (219 negli Stati Uniti e 204 nel nostro Paese), seguiti dalla nascita fino ai sette anni analizzando 80 fattori clinici identificati da questionari longitudinali, compilati periodicamente dai genitori, relativi a dati demografici, storia medica, ambiente e abitudini alimentari.