Chi ha i suoceri longevi vive più a lungo

Il fenomeno

Chi ha i suoceri longevi vive più a lungo

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Immagine: Candida Performa, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
Non è chiaro se succede perché “chi si somiglia si piglia”, o perché, anche se differenti i partner finiscono per somigliarsi perché condividono lo stesso stile di vita. Fatto sta che la longevità dei genitori si trasmette ai figli ma anche ai loro coniugi.

La longevità è una questione di famiglia. Ma non solo della propria. 

Secondo uno studio pubblicato su Frontiers in Clinical Diabetes and Healthcare i partner di una persona che ha i genitori particolarmente longevi sono anche loro destinati a vivere a lungo e in salute. I ricercatori hanno monitorato tra il dal 2006 al 2017 le condizioni di salute di 4.559 donne e uomini vissuti a lungo (sopra i 90 anni di età all'iscrizione), dei loro 1.445 fratelli, dei 2.329 figli (tra i 32 e gli 88 anni) e dei 785 coniugi di quei figli. 

Dall’analisi è emerso che i figli nati in famiglie eccezionalmente longeve differiscono dai coetanei per i livelli ematici di alcuni biomarcatori indicativi di un rischio ridotto di diabete di tipo 2: il loro patrimonio genetico ed epigenetico favorisce la corretta regolazione dell’insulina, anche in età avanzata. Sorprendentemente, i loro coniugi, anche se non nati da genitori eccezionalmente longevi, tendono ad avere livelli simili dei biomarcatori associati alla salute e alla longevità. 

Il che suggerisce che per vivere a lungo è importante scegliere il partner giusto, ma soprattutto i suoceri giusti. «Sebbene quest'ultima scoperta possa non essere intuitiva, anche studi precedenti hanno riportato notevoli vantaggi in termini di sopravvivenza e salute tra i coniugi rispetto alla prole di famiglie longeve», ha affermato Iva Miljkovic della School of Public Health dell'Università di Pittsburgh, negli Stati Uniti, a capo dello studio.

Il 3,7 dei figli e il 3,8 dei coniugi ha sviluppato il diabete di tipo 2 nel corso dello studio, che corrisponde a un tasso compreso tra 4,6 e 4,7 nuovi casi di diabete di tipo 2 per 1000 anni persona, pari a circa il 53 per cento in meno del tasso osservato tra le persone tra i 45 ei 64 anni nella popolazione generale degli Stati Uniti. Far parte di una famiglia longeva è quindi un vantaggio anche per i parenti acquisiti. Perché in qualche modo anche la persona esterna si ritrova a condividere gli stessi fattori protettivi: basso indice di massa corporea, ridotto grasso addominale, alti livelli di colesterolo buono HDL, una buona regolazione degli ormoni, bassi livelli di trigliceridi, bassi livelli del fattore di crescita simile all'insulina 1 e bassi livelli di l'interleuchina 6 (IL-6) pro-infiammatoria nel sangue.

Il fatto che i coniugi abbiano condizioni di salute simili potrebbe essere interpretato come la conferma del detto “chi si somiglia si piglia”. In linguaggio scientifico il fenomeno è noto come “accoppiamento assortativo”. Si tratta di un accoppiamento non causale in cui gli individui con genotipi o fenotipi similari si accoppiano tra di loro più frequentemente di quanto ci si aspetterebbe in un modello casuale. 

Ma potrebbe anche darsi che partner differenti finiscano per somigliarsi  strada facendo semplicemente condividendo lo stile di vita della famiglia. 

«Sono necessari ulteriori studi per identificare i meccanismi e i percorsi  genetici, epigenetici, molecolari,  i comportamenti e i modelli di stile di vita, per capire perché essere sposati con un membro di una famiglia di longeva comporta un vantaggio per la salute metabolica e la sopravvivenza del partner, simile a quello del coniuge», conclude Miljkovic.