Diabete, l'alimentazione sana non basta se si mangiano alimenti ultra processati
La dieta è bilanciata, nessuno sgarro, le calorie giornaliere sono quelle consigliate, tot proteine, tot carboidrati, tot grassi. Una dieta mediterranea a tutti gli effetti. Ma gli sforzi a tavola di una persona con diabete di tipo 2 per migliorare la salute rischiano di andare in fumo se un’elevata percentuale degli alimenti consumati sono confezionati e pieni di additivi. Lo hanno dimostrato i ricercatori italiani dell’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed di Pozzilli (Isernia, Molise) che puntano il dito contro coloranti, conservanti, esaltatori del sapore, dolcificanti e altre sostanze aggiunte per migliorare l’aspetto e il sapore dei prodotti di origine industriale.
Il modo in cui è stato elaborato il cibo è tanto importante quanto il suo contenuto nutritivo. E quando il medico invita a “mangiare sano”, bisognerebbe escludere dalla dieta tutti i cibi “ultraprocessati” anche se gli ingredienti di base e le calorie rispettano gli standard della dieta mediterranea, il regime alimentare maggiormente consigliato per migliorare la salute di chi soffre di diabete 2.
Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition,
si basa sui dati dell’ampia indagine sulla popolazione del Molise chiamata “Moli-sani” (oltre 25mila partecipanti). I ricercatori hanno selezionato dal campione coinvolto nello studio 1.066 partecipanti con una diagnosi di diabete di tipo 2 al momento del reclutamento tra il 2005 e il 2010. Dall’osservazione durata circa 12 anni è emerso che una dieta ricca di cibi ultra-processati esponeva le persone con diabete a un maggior rischio di morte prematura. I partecipanti che consumavano le maggiori quantità di cibi industriali all’interno del gruppo avevano un rischio di morte per qualunque causa del 60 per cento superiore rispetto a chi consumava il minor numero di cibi confezionati. Mentre il rischio di mortalità per malattia cardiovascolare, una delle principali cause di morte per le persone con diabete, era doppio.
«Uno dei risultati più interessanti di questo studio è che l'aumento del rischio legato agli alimenti ultra processati è stato osservato anche quando i partecipanti hanno riportato una buona aderenza alla dieta mediterranea e questi risultati suggeriscono che se la quota dietetica di alimenti ultra-elaborati è elevata, i potenziali vantaggi di una sana dieta mediterranea rischiano di essere vanificati», spiega Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento e professore ordinario di Igiene presso l'Università dell'Insubria di Varese e Como.
Scegliere il prodotto sano al supermercato non è così facile. Non basta escludere dalla lista della spesa merendine e bibite zuccherate, bisogna controllare anche alimenti ingannevoli che apparentemente sembrano sani ma nascondono ingredienti nocivi: yogurt alla frutta, cereali per la colazione, cracker e gran parte dei sostituti della carne.
«Questi risultati possono avere importanti implicazioni per le future linee guida dietetiche per la gestione del diabete di tipo 2. Oltre all'adozione di una dieta basata sui fabbisogni nutrizionali noti, le raccomandazioni dietetiche dovrebbero suggerire inoltre di limitare il più possibile il consumo di alimenti ultra-trasformati. In questo contesto, e non solo per le persone con diabete, le etichette nutrizionali sulla parte anteriore della confezione dovrebbero includere anche informazioni sul grado di elaborazione degli alimenti», commenta Giovanni de Gaetano, presidente dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli.