Dai latticini un aiuto contro le fratture nella Terza età

Lo studio

Dai latticini un aiuto contro le fratture nella Terza età

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Immagine: Popo le Chien, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
Uno studio condotto tra gli ospite delle Rsa dimostra che aumentando il consumo di latticini il rischio di rompersi le ossa si riduce del 33 per cento. La regola che vale a livello di popolazione e non di singole persone. Chi ha bisogno dei farmaci deve continuare a prenderli

Esiste un modo semplice ed efficace per ridurre il rischio di fratture ossee durante la vecchiaia: aumentare il consumo di latticini. Perché anche il calcio fornito dagli alimenti, non solo quello degli integratori, è in grado di proteggere lo scheletro. 

Lo dimostra uno studio randomizzato condotto tra gli ospiti di 60 residenze per anziani in Australia pubblicato sul British Medical Journal che invita a puntare su una strategia alimentare per ridurre l’impatto sanitario delle fratture nell'intera comunità. I farmaci possono fare molto per i singoli individui a rischio di fratture, ma i programmi di prevenzione basati sulla scelta dei cibi possono incidere sull’intera società. 

Per lo studio studio sono state selezionate 60 strutture per anziani. Trenta hanno adottato un menu che prevedeva quantità maggiori di latte, yogurt e formaggio arrivando a garantire agli ospiti un grammo di calcio e 1,1 grammi di proteine per peso corporeo al giorno. Gli altri trenta centri hanno continuato a offrire i soliti pasti. Lo studio è durato due anni e ha coinvolto più di 7mila ospiti delle Rsa con un’età media di 86 anni (il 72% erano donne). In generale il regime alimentare delle strutture che hanno partecipato allo studio non arrivava a fornire i livelli giornalieri di calcio e proteine raccomandati dalle linee guida internazionali.

Nel periodo di osservazione sono state registrate 324 fratture delle ossa (135 dell’anca), 4.302 cadute e 1.974 morti. 

Nelle strutture che avevano proposto un menù arricchito con i latticini si è osservata una riduzione del rischio del 33 per cento per tutte le fratture (121 contro 203), del 46 per cento per le fratture dell'anca (42 contro 93) e dell’11 per cento per le cadute (1.879 contro 2.423). 

La riduzione del rischio relativo di fratture era simile a quella riscontrata negli studi che utilizzavano la terapia farmacologica per aumentare la resistenza ossea nelle persone con osteoporosi. 

L’approccio farmacologico è utile e necessario, riconoscono gli scienziati, ma non può garantire gli stessi benefici allargati a un’ampia fascia della popolazione dell’approccio nutrizionale. 

«La maggior parte degli interventi volti a ridurre il rischio di frattura si consiste in una terapia farmacologica per le persone con osteoporosi perché sono quelle a elevato rischio di frattura. Questo approccio conferisce un grande beneficio all'individuo ed è anche conveniente, perché poche persone hanno bisogno di essere trattate per evitare un evento. Tuttavia, prevenire le fratture in un piccolo numero di persone ad alto rischio non riduce l'onere delle fratture nella comunità», dichiarano i ricercatori.

Aumentando il consumo dei latticini nelle fasce di età più avanzate si ottengono benefici su larga scala che possono avere un grande impatto sulla salute pubblica e sulla spesa sanitaria, concludono i ricercatori.