Melanoma: il decalogo degli esperti per aumentare le diagnosi precoci
Ridurre i tempi di attesa per gli esami e le visite mediche, una maggiore collaborazione tra gli specialisti, rendere i cittadini più consapevoli dell’importanza degli screening. Sono solo alcune delle regole da seguire per anticipare le diagnosi di melanoma contenute nel Decalogo di Raccomandazioni stilate nell’ambito del progetto “Bersaglio Melanoma”, un’iniziativa promossa dalle associazioni di pazienti con il sostegno dei clinici. Nel documento, presentato al 27° Congresso nazionale annuale dell’Intergruppo melanoma italiano (Imi), sono stati individuati dieci punti su cui intervenire: visite specialistiche entro trenta giorni dal sospetto, utilizzo costante del dermatoscopio, visita di screening approfondita, interventi chirurgici e refertazione istologica tempestivi, comunicazione medico-paziente adeguata, utilizzo del test molecolare BRAF, approccio multidisciplinare alle cure e follow up.
«Il melanoma è una forma di tumore sempre più curabile e guaribile. Secondo gli ultimi dati disponibili, nove pazienti su dieci sono vivi a cinque anni dalla diagnosi. Il numero di nuovi casi l’anno risulta in aumento e soprattutto preoccupa l’incremento riscontrato tra i giovani. Per tutti questi motivi siamo profondamente convinti che sia necessario favorire la diagnosi precoce anche attraverso le raccomandazioni del progetto Bersaglio Melanoma», afferma Ignazio Stanganelli, presidente Imi.
Uno dei punti del decalogo riguarda la comunicazione medico-paziente.
Nelle raccomandazioni si consiglia che la diagnosi sia comunicata direttamente dal medico al suo assistito. «Attraverso il documento vogliamo intervenire a 360 gradi per ridurre drasticamente le diagnosi avanzate. Abbiamo voluto raccoglierle e condividerle con le istituzioni competenti. In particolare siamo convinti che sia necessario quanto prima incentivare campagne di prevenzione primaria e secondaria. L’obiettivo deve essere informare i cittadini sulle regole della corretta esposizione al sole, sui rischi legati all’uso delle lampade solari e sull’importanza del controllo regolare dei nei da parte del dermatologo. L’esempio positivo è quello dell’Australia che negli ultimi anni è riuscita a ridurre drasticamente i nuovi casi di melanoma grazie anche a iniziative rivolte all’intera popolazione. Anche in Italia è stato dimostrato il calo di incidenza del melanoma invasivo, dopo decenni di costante aumento, nella popolazione giovane», conclude Stanganelli.