Più di 6.500 nuovi casi di tumore provocati ogni anno in Italia dal Papillomavirus
In Italia oltre 6.500 casi di tumore ogni anno sono attribuibili a infezioni croniche di ceppi del virus del Papilloma umano. L’infezione da HPV (Human Papilloma Virus) è la più frequente tra quelle trasmesse per via sessuale e l'HPV è stato classificato come il secondo agente patogeno responsabile di cancro nel mondo: può causare tumori di cervice uterina, ano, vagina, vulva, pene, cavità orale, faringe e laringe; in particolare, è responsabile di tutti i tumori alla cervice uterina (2.400 diagnosi solo nel 2022)
Tuttavia, prevenire i tumori HPV-correlati è possibile grazie alla sinergia tra la prevenzione primaria e secondaria. Per questo motivo, in occasione della Giornata internazionale contro l’HPV del 9 marzo, è stato lanciato lo spot Tv della Campagna “Hai Prenotato Vero?”, realizzata da MSD e autorizzata dal ministero della Salute. Partito nel 2021, con una pianificazione sui social media, il progetto si è arricchito, nel 2022, di una comunicazione radio, attraverso le emittenti nazionali e, ora, si completa con uno spot Tv sui canali Sky, Mediaset e Discovery. Oltre ai contenuti presenti sui diversi canali, è disponibile anche un portale (www.haiprenotatovero.it) con informazioni sulle patologie HPV-correlate e le opportunità di prevenzione.
«Ridurre drasticamente, fino a farli scomparire, i casi di cancro determinati dall’HPV non è un’utopia – assicura Rosa De Vincenzo, vicepresidente della Società nazionale di colposcopia e patologia cervico-vaginale - ma un traguardo raggiungibile. Oggi possiamo contare su importanti evidenze scientifiche che dimostrano come potremmo arrivare a eliminare completamente il tumore della cervice uterina, obiettivo che l’Oms ha fissato per il 2030. È però necessario incrementare il livello di conoscenza della patologia e aumentare la consapevolezza sull’importanza della prevenzione primaria e secondaria, migliorando i livelli di copertura vaccinale, favorendo l’adesione ai programmi di screening e aumentando il numero di diagnosi e interventi terapeutici precoci».
I dati sul livello di informazione e consapevolezza delle giovani generazioni, però, «sono deludenti così come i dati sulla mancata adesione ai programmi di screening» sottolinea Roberta Siliquini, presidente della Società italiana di igiene medicina preventiva e sanità pubblica (Siti).
Nel 2021 la Commissione europea ha pubblicato l’Europe’s Beating Cancer Plan, sulla cui base entro il 2025 il 90% degli Stati membri dovrà proteggere il 90% delle ragazze e incrementare significativamente l’immunizzazione nei ragazzi. Lo screening cervicale dovrà essere offerto al 90% delle donne eleggibili e sempre il 90% delle pazienti con forme invasive dovrà ricevere trattamenti e follow-up tempestivi presso Centri di alta specializzazione. «In Italia abbiamo una sanità che ha tutte le potenzialità per rispondere in maniera coordinata a questa triplice sfida» assicura Saverio Cinieri, presidente dell’Aiom, l'Associazione italiana di oncologia medica. Tra il 2019 e il 2021 siamo passati dal 39% al 23% di tasso d’adesione al Pap o HPV test. «Per recuperare questo gap, e più in generale arrivare alla soglia del 90%, vanno individuati nuovi modelli organizzativi dei programmi di screening regionali – suggerisce Cinieri - e vanno implementati i sistemi informatici di supporto. Anche per le vaccinazioni siamo passati dal 66% al 32% nelle undicenni e dal 54% al 26% negli undicenni. È necessario recuperare velocemente per non rischiare di avere un incremento di casi nel prossimo futuro».
L’informazione e la sensibilizzazione dei giovani e dei genitori sul tema della prevenzione oncologica «deve essere anche compito del medico di famiglia – interviene Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale». I quali, aggiunge, potrebbero avere anche «un ruolo attivo, per esempio, nel favorire l’informazione e le azioni “di recupero” delle vaccinazioni e degli screening, come avviene già in molti Paesi europei».
Prevenire i tumori da HPV «è una grande conquista della Scienza – sottolinea infine Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di MSD Italia - ma c’è ancora molto lavoro da fare in termini di consapevolezza e percezione del rischio che queste gravi malattie possono causare nella vita delle persone, in particolare in quella delle giovani donne e dei nostri figli».