Polio: due vaccini orali di nuova generazione potrebbero avvicinarci al traguardo dell’eradicazione
Liberarsi una volta per tutte dei virus responsabili di malattie diffuse in ogni parte del mondo non è semplice: finora il traguardo dell’eradicazione è stato raggiunto solo per il vaiolo. Ci si è avvicinati molto per la polio che è considerata quasi debellata. Ma “quasi” non basta. Finché il virus è in circolazione resta infatti il rischio di focolai, anche se limitato ai contesti di bassa copertura vaccinale.
Ed è per questo che i ricercatori dell’Università della California San Francisco (Ucf) e del National Institute of Biological Standards and Control (Nibsc) del Regno Unito hanno sviluppato due nuovi vaccini antipolio orali (nOpv), i primi da cinquant’anni a questa parte, che riducono notevolmente il rischio di diffusione dei ceppi virali derivati dal vaccino. I vaccini orali di nuova generazione dovrebbero infatti ovviare al grande inconveniente di quelli passati, ossia la possibilità di dar vita virus mutati capaci anche, in rarissimi casi, di provocare la paralisi.
Nonostante il successo di una delle campagne di vaccinazione più efficaci della storia, il poliovirus continua a circolare in alcuni Paesi del mondo dove la copertura vaccinale è bassa e dove viene usato il vaccino antipolio orale. L’ostacolo da superare per arrivare all’eradicazione della polio è rappresentato infatti dalla circolazione dei ceppi derivati dal vaccino e non di quelli originari, chiamati “selvaggi” (wildtype), che sono stati in gran parte eliminati. I poliovirus originali, o "wildtype", sono stati rilevati solo di recente in Afghanistan e in Pakistan, mentre la poliomielite derivata da vaccino è stata registrata in Siria, Repubblica Democratica del Congo e negli Stati Uniti. In sostanza, negli ultimi anni sono emersi più casi di poliomielite derivata da vaccino che di tipo selvaggio.
A differenza del vaccino inattivato, somministrato per iniezione, diffuso nei Paesi ad alto reddito, il vaccino orale utilizzato nei Paesi in via di sviluppo si basa su virus vivi indeboliti che possono mutare e diffondersi tra la popolazione quando il tasso dei vaccinati è basso. Una delle soluzioni per eradicare la polio in questo contesto è senz’altro quella di aumentare la copertura vaccinale, perché all’interno di una comunità con un’elevata percentuale di vaccinati, il problema della polio derivata da vaccino non ci sarebbe. L’altra è quella realizzare nuovi vaccini orali (la forma orale è più economica e più facile da somministrare nei Paesi poveri) più sicuri ed efficaci. Quest’ultima strada, abbandonata a lungo, viene ora ripresa.
I due nuovi vaccini orali, che sono stati descritti su Nature, sono costituiti da poliovirus indebolito geneticamente modificato per ridurre il rischio di mutazioni e di diffusione del virus. Il processo di sviluppo è stato rapido.
Nel 2017 i ricercatori avevano scoperto il meccanismo con cui il vaccino orale genera virus che riacquistano un poter nocivo: una singola mutazione ripristina la capacità del virus di migrare dall'intestino umano al sistema nervoso. Nel giro di pochi anni, il gruppo di scienziati, guidato da Raul Andino, professore di microbiologia e immunologia dell'Ucsf, e Andrew Macadam, virologo presso il Nibsc, ha individuato alcune mutazioni, tre per la precisione, che rendono molto poco probabile che il virus inattivato del vaccino muti tornando alla forma aggressiva. Nel 2020 i ricercatori avevano messo a punto un nuovo vaccino antipolio orale (chiamato nOpv2) che era stato approvato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per uso emergenziale. Quel vaccino era efficace, ma proteggeva solo da uno dei tre ceppi di poliomielite. I due nuovi vaccini (nOpv1 e nOpv3) si basano sempre sulle tre mutazioni che ostacolano la trasformazione del virus inserite nel vaccino nOpv2 ma sono ancora più sicure e offrono una protezione maggiore. Negli esperimenti su modelli animali i vaccini hanno efficacemente prevenuto la poliomielite.
I due nuovi vaccini sono attualmente in fase di sperimentazione clinica e potrebbero essere somministrati in combinazione trivalente con nOpv2.
«Abbiamo progettato questi nuovi vaccini utilizzando le lezioni apprese da molti anni di lotta alla poliomielite e crediamo che aiuteranno a eliminare la malattia una volta per tutte», ha dichiarato Andino.