Puntare sulla medicina dei sani: disponibili biomarcatori innovativi per prevenire le malattie e restare in salute
Esiste una cura anche per le persone sane, una cura efficace che ha lo stesso obiettivo di molte terapie usate in caso di malattia: quello di cronicizzare la condizione di partenza. Banalmente, significa fare in modo di non ammalarsi mai. Questa “medicina dei sani” si basa sulla prevenzione. Oggi sono disponibili biomarcatori in grado, attraverso un semplice prelievo di sangue, di individuare i processi biologici e biochimici alla base delle malattie e di indicare se l’alimentazione della persona è corretta, in che modo l’organismo metabolizzi e, in caso di danno, di segnalare dove è situato.
A beneficiarne non sono solo gli uomini, ma anche l’ambiente e gli animali. Perché ognuno concorre allo star bene dell’altro.
E le modifiche allo stile di vita degli uomini, suggerite dai test, possono essere vantaggiose anche per la natura. L’approccio “one health” ha fatto da filo conduttore al convegno “Le strategie ESG secondo l’approccio one health”, organizzato dall’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano, con l’ordine degli avvocati e in collaborazione con la Società Italiana di Medicina e Chirurgia Rigenerativa Polispecialistica (Simcri) e Assobiotec, Associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie.
«La medicina rigenerativa, che si occupa di riparare l’organismo e i tessuti danneggiati, deve essere intesa come un percorso che poggia le sue basi nella natura. Nell’ambito dello sviluppo dei concetti di one health, la Simcri si è fatta promotrice, con l’ordine dei commercialisti, dello sviluppo di iniziative che consentano di prevenire le patologie prima di doverle curare. È fondamentale operare una rivoluzione negli stili di vita del singolo, con interventi in ambito economico e ambientale, per poter incidere sul benessere dell’intera società e dell’ecosistema», afferma Eugenio Caradonna, presidente della Simcri.
Oggi sono in grande sviluppo le scienze omiche, legate alla biologia molecolare e alla genetica, che si basano sull’azione di innovativi biomarcatori, molecole in grado di l’individuare danni all’organismo, spesso causati anche dall’ambiente in cui viviamo. «In particolare, il biomarcatore Tmao, trimetilammina ossido, è una sostanza capace di indurre danno alle arterie e può quindi essere considerato a tutti gli effetti un nuovo biomarcatore estremamente sensibile e collegato al rischio cardiaco. Basta un semplice prelievo di sangue per poter analizzare il proprio stato di salute, per poi intervenire, in caso di bisogno, dove è presente un deterioramento», aggiunge Fulvio Ferrara, direttore del Dipartimento di Medicina di laboratorio, Genetica medica e Anatomia patologica del Centro Diagnostico Italiano