Le sigarette elettroniche non aiutano a smettere di fumare e favoriscono le ricadute

Lo studio 

Le sigarette elettroniche non aiutano a smettere di fumare e favoriscono le ricadute

Uno studio prospettico dell’Istituto Mario Negri dimostra che le sigarette elettroniche non aiutano a smettere di fumare. Anzi inducono chi non fumava a iniziare, soprattutto i giovani, e chi aveva smesso a ricominciare. I benefici fiscali e regolatori non sono giustificato

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Immagine: TBEC Review, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

Fumare non serve a smettere di fumare. La strategia del chiodo schiaccia chiodo non funziona: le sigarette elettroniche non aiutano a liberarsi delle sigarette tradizionali. Anzi. Succede esattamente il contrario: chi non fumava, soprattutto i giovani, passa dal tabacco riscaldato a quello classico e chi aveva smesso ricomincia. È quanto emerge da uno studio prospettico italiano, e primo in Europa, coordinato dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, l’Università di Pavia e l’ISPRO di Firenze. I risultati di questa ricerca, realizzata grazie a un finanziamento di Fondazione AIRC, sono stati pubblicati su Tobacco Control.

«Il sospetto che questi nuovi prodotti non aiutassero a ridurre la dipendenza da tabacco era già diffuso, tuttavia mancavano le conferme di studi prospettici, ovvero studi in grado di indagare gli effetti di questi dispositivi nel tempo», spiega Alessandra Lugo dell’Istituto Mario Negri.  

I ricercatori hanno osservato come sono cambiati i comportamenti di oltre 3mila italiani nell’arco di sette mesi. E i risultati non lasciano dubbi. 

«Tra coloro che non fumavano sigarette tradizionali alla prima intervista, la proporzione di soggetti che ha iniziato a fumarle era 9 volte superiore tra gli utilizzatori di sigarette elettroniche e 6 volte superiore tra gli utilizzatori di prodotti a tabacco riscaldato, rispetto a chi non li usava affatto. Inoltre, tra coloro che si definivano ex-fumatori alla prima intervista, la percentuale di soggetti che ha ricominciato a fumare sigarette era 4 volte superiore tra chi usava sigarette elettroniche e 3 volte superiore tra chi usava prodotti a tabacco riscaldato. Non solo, chi è riuscito a smettere di fumare era soprattutto chi non faceva uso dei due prodotti», ha spiegato Roberta Pacifici dell’Istituto Superiore di Sanità. 

Alla luce di questi dati, sottolineano i ricercatori, non si spiega come mai le sigarette elettroniche siano regolamentate in maniera diversa da quelle tradizionali. 

«Non è giusto che questi dispositivi godano di benefici fiscali e regolatori rispetto alle sigarette tradizionali, quando è chiaro che non aiutano a ridurre il numero di fumatori. Se sotto controllo medico, infatti, alcune sigarette elettroniche potrebbero anche aiutare a smettere di fumare, l’ampia accessibilità a tutti, anche ai più giovani, è un ostacolo al controllo del tabagismo e una minaccia per la salute della popolazione», commenta Silvano Gallus dell’Istituto Mario Negri, responsabile del progetto.