Tumore all’ovaio: per diagnosi precoce si punta sul Pap-Test

Lo studio 

Tumore all’ovaio: per diagnosi precoce si punta sul Pap-Test

di redazione

Sfruttare il Pap-Test per ottenere una diagnosi precoce di tumore dell’ovaio. È la proposta dello studio “Toward” di Alleanza Contro il Cancro, la rete oncologica nazionale del Ministero della Salute. I risultati preliminari sono incoraggianti e lasciano intravedere la possibilità di salvare tante vite individuando sul nascere questo tipo di tumore che troppo spesse viene diagnosticato in fase avanzata. 

«Disponiamo di un’evidenza nuova: siccome il tumore dell’ovaio, nella maggior parte dei casi, cresce preliminarmente nella tuba, pensiamo sia possibile poter recuperare dal Pap-Test tracce iniziali di cellule responsabili della formazione del tumore. Siamo in possesso di prove retrospettive che attestano alterazioni molecolari risalenti anche a dieci anni prima della diagnosi di neoplasia che riteniamo, dicevo, essere all’origine della formazione del tumore. Pur valutando gli esiti dello studio inediti e positivi, è doveroso anteporre della prudenza che saremo in grado di lasciarci eventualmente alle spalle terminate le fasi di validazione retrospettiva, e prospettica. Esistono pur tuttavia le premesse per pensare di riuscire a fare qualcosa di veramente importante: la diagnostica in fase precoce, infatti, potrà consentirci di salvare tantissime donne perché la malattia presa in tempo è guaribile nella maggioranza dei casi», spiega Maurizio D’Incalci, dell’Istituto Clinico Humanitas di Milano. 

In Italia, ogni anno, oltre 5mila nuovi casi di tumore dell’ovaio vengono diagnosticati nella maggioranza dei casi in fase avanzata perché spesso nelle fasi iniziali non provocano alcun sintomo. 

I ricercatori proseguiranno la ricerca per poter dimostrare l’efficacia del nuovo metodo di screening. 

«Stiamo ampliando la fase retrospettiva con un numero di controlli molto più elevato, anche con prelievi longitudinali. Il passaggio successivo riguarderà l’arruolamento di donne ad alta predisposizione al tumore dell’ovaio (mutazioni germinali di brca-1 2 e/o eredo-familiare) che seguiremo sì da riuscire ad accumulare una quantità di dati ancor più significativa nei prossimi due anni. Questa fase sarà cruciale perché ci consentirà di capire in tempi relativamente brevi se il nostro test sarà applicabile a tutta la popolazione femminile italiana. Il pap test che ora viene attuato nello screening del tumore della cervice potrà quindi essere applicato anche per la diagnosi precoce del tumore dell’ovaio e in due o tre anni», assicura D’Incalci.