Tumori: la prevenzione raccontata alla “Generazione Z”

Il progetto

Tumori: la prevenzione raccontata alla “Generazione Z”

di redazione

La prevenzione rimane la difesa più efficace dai tumori, soprattutto in tempo di pandemia.

È questo, in sintesi, il messaggio rivolto mercoledì 3 febbraio agli studenti collegati in rete per l'evento formativo del progetto “Fattore J”, alla vigilia della Giornata mondiale contro il cancro del 4 febbraio.

Fattore J, il programma promosso da Fondazione Mondo Digitale in collaborazione con Janssen Italia, sta raggiungendo 100 mila giovani tra i 14 e i 18 anni della cosiddetta Generazione Z «per sensibilizzarli all’inclusione, all’empatia e al rispetto verso le persone in situazioni di grave disagio o affette da malattie.

Nel corso dell’evento, a raccontare la propria esperienza di vita con la malattia è stata Laura Tramuto, giovane paziente dell’Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma (Ail): «Quando mi fu diagnosticato il linfoma neanche sapevo cosa fosse, ma una volta capito che si trattava di un tumore del sangue ricordo che pensai che per me la parola "tumore" significava morte. Fu un fulmine a ciel sereno – ricorda - i miei cari e io avremmo voluto essere più preparati. In quel momento, e in ogni fase della terapia, il supporto di Ail, che non ci ha fatto mai sentire soli, fu importantissimo. Oggi conosco l'importanza di parlarne sempre per affrontare meglio il percorso, anche con un sorriso, ed è per questo che penso sia così importante raccontare la mia esperienza ai ragazzi».

Con Fattore J «aiutiamo i giovani a interpretare in prima persona il messaggio dell'Oms, che diventa "I am a student and I will take action", "Sono uno studente e agirò". "E agirò con empatia, rispetto e accoglienza verso tutti"» spiega Mirta Michilli, direttore generale della Fondazione Mondo Digitale.

In Italia nel 2020 sono stati diagnosticati 377 mila nuovi casi di tumori, ricorda Giordano Beretta, presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom): «I miglioramenti terapeutici consentono una probabilità di sopravvivenza a cinque anni di circa il 60% dei pazienti che sviluppano tali patologie, ma – sottolinea - ci sono ancora tumori in cui la sopravvivenza è molto limitata. I corretti stili di vita, quali astensione dal fumo, dieta equilibrata, mantenimento del peso corporeo e attività fisica regolare, potrebbero essere in grado di evitare l’insorgenza di circa il 40% dei casi, con efficacia quindi rilevante e con costi irrisori per il sistema sanitario».

Seguire stili di vita corretti e tenere sotto controllo il proprio stato di salute «sono fattori fondamentali per aiutare a prevenire patologie come quelle onco-ematologiche» dice Loredana Bergamini, direttore medico di Janssen Italia. «La ricerca scientifica sta facendo passi da gigante per offrire nuove prospettive di cura e una migliore qualità della vita alle persone che hanno ricevuto una diagnosi di tumore – aggiunge - ma il contributo di tutti attraverso una corretta informazione e prevenzione è decisivo per ridurre l’impatto di queste patologie e ottenere sempre più vittorie contro il cancro».