Tumori: con lo screening polmonare aumenta la sopravvivenza e si abbassano i costi
Un programma di screening nazionale di cancro al polmone consentirebbe, grazie a una diagnosi tempestiva, un aumento della sopravvivenza dei pazienti screenati di 7,63 anni rispetto ai non screenati e una riduzione dei costi sanitari di 2,3 miliardi di euro, in un orizzonte temporale di trenta anni.
Questo prevede il modello, sviluppato da C.R.E.A. Sanità con il contributo di Roche Italia, presentato martedì 18 giugno a Roma. che valuta i costi-benefici e la sostenibilità dello screening polmonare nel nostro Paese. Integrando e aggiornando uno studio pubblicato nel 2020, il modello analizza per la prima volta anche l’impatto di farmaci innovativi come l’immunoterapia.
In Italia il carcinoma polmonare è la più frequente causa di morte oncologica, con 34 mila nuovi decessi all’anno (dato Aiom Airtum 2021). Negli ultimi anni, tuttavia, si sono registrati importanti progressi nella chirurgia e nelle terapie farmacologiche, che hanno permesso, anche grazie alla prevenzione primaria, a cominciare dalla lotta al tabagismo, di aumentare significativamente le aspettative di sopravvivenza dei pazienti. Ma il successo dei trattamenti è legato alla precocità della diagnosi. Ed è per questo motivo che l’implementazione di un programma strutturato di screening polmonare dovrebbe rappresentare una priorità nell’ambito degli interventi e delle politiche di sanità pubblica.
In termini finanziari, secondo il modello proposto andrebbe previsto un investimento iniziale nel primo anno, legato anche all’organizzazione dello screening, di circa 80 milioni di euro, che però sarebbe più che compensato dai risparmi: circa 180 milioni di euro stimati già al primo anno.
«Il modello elaborato – sostiene Federico Spandonaro, professore all'Università di Roma “Tor Vergata” e presidente del Comitato scientifico di C.R.E.A. Sanità - dimostra che la promozione di uno screening della popolazione ad alto rischio per il carcinoma polmonare è una politica di sanità pubblica efficace ed efficiente che, purché adeguatamente promossa e incentivata, risulta anche sostenibile da un punto di vista finanziario».
Quando il tumore al polmone viene diagnosticato e trattato in fase precoce, spiega Giulia Veronesi, direttrice del Programma di Chirurgia robotica toracica all'ospedale San Raffaele di Milano, «si possono raggiungere tassi di sopravvivenza a cinque anni intorno all’80%. Per questo, investire in un programma strutturato di screening polmonare è oggi più cruciale che mai, perché consente un guadagno di vita di oltre sette anni a fronte di un risparmio economico per il sistema sanitario nazionale».
A livello mondiale l’onere del tumore al polmone raggiunge i 4 mila miliardi di dollari mentre in Italia è stato stimato un costo annuo di 2,5 miliardi di euro.
«Mentre è ormai prassi consolidata fornire evidenze anche in termini di costo-efficacia delle terapie – commenta Francesco Perrone, presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) – ci sono ancora pochi dati e analisi di questo tipo sullo screening. Il modello presentato oggi sul polmone è, per questo, molto interessante e ha il potenziale per essere replicato e applicato ad altri screening oncologici, fornendo uno strumento di grande valore per guidare le politiche sanitarie».
Assumendo di effettuare lo screening con frequenza biennale sulla popolazione ad alto rischio, cioè persone di età compresa fra 50 e 79 anni con forte esposizione al fumo, considerando un orizzonte temporale di trena anni e adottando, infine, un tasso di risposta del 30%, il modello predisposto stima che sarà necessario effettuare in media circa 460 mila LD-CTs annue (circa 360 mila a regime se non si modificheranno significativamente le abitudini di fumo).
«Grazie a significativi investimenti in ricerca – dice Federico Pantellini, Medical Lead Roche Italia – mettiamo a disposizione dei pazienti affetti da tumore al polmone farmaci immunoterapici e a bersaglio molecolare in grado di agire fin dalle fasi precoci della malattia, dove l’obiettivo può essere quello della cura. Per poter assicurare i benefici associati a questi trattamenti, è prioritario effettuare una diagnosi quanto più precoce e lo screening è uno strumento chiave». Il dibattito seguito alla presentazione del modello «si inserisce nell'ambito del programma LungLive – precisa infine Pantellini - promosso da Roche per ridefinire insieme il tumore al polmone, puntando su prevenzione primaria, screening e innovazione terapeutica fin dalle fasi precoci di malattia».