Vaccinarsi può migliorare le cure. Ma troppi pazienti oncologici non lo sanno
L’80% dei malati oncologici non sa che una corretta vaccinazione può contribuire a migliorare i risultati delle terapie anti-tumorali e più della metà (56%) non conosce i rischi di una mancata immunizzazione. Solo uno su dieci, poi, sa che la vaccinazione anti Herpes Zoster è fortemente raccomandata.
Sono alcuni dati dalla survey su 500 pazienti realizzata dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), presentati sabato 11 novembre a Roma durante il 50° congresso dell'Associazione.
Un altro dato che desta qualche preoccupazione è quel 20% di malati oncologici che di vaccinazione non parla mai con lo specialista che lo ha in cura. E per questo l'Aiom ha deciso di avviare la campagna informativa “La vaccinazione nel paziente oncologico” con un contributo non condizionante di GSK.
«Vogliamo fornire informazioni certificate a supporto dei malati di cancro – spiega Saverio Cinieri, presidente Aiom - e sensibilizzare la popolazione e i clinici sull’importanza dei vaccini. Grazie alle nuove terapie e alla diagnosi precoce, le prospettive di guarigione dai tumori sono migliori rispetto al passato. Tuttavia, le cure possono avere controindicazioni ed è fondamentale riuscire a tutelare la salute e il benessere dei pazienti sia durante che dopo i trattamenti. In quest’ottica rientrano alcune vaccinazioni che sono fortemente raccomandate per i malati e tutti coloro con cui stanno a stretto contatto. Le immunizzazioni consigliate sono l’antinfluenzale, l’anti-pneumococcica, l’anti-SARS-CoV-2 e l’anti-Herpes Zoster».
L'Herpes Zoster, comunemente conosciuto come “fuoco di Sant’Antonio” è diretta conseguenza del virus varicella Zoster e si calcola che oltre il 99% degli adulti over 40 anni lo abbia incontrato. Di questi, uno su tre è a rischio di sviluppare almeno un episodio di Herpes Zoster nella vita. «Ma il rischio risulta raddoppiato per le persone con un sistema immunitario compromesso come i pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia – avverte Nicola Silvestris, consigliere nazionale Aiom - nei quali la bassa risposta immunitaria aumenta la probabilità di contrarre il virus. Inoltre si verifica una diffusione più ampia delle lesioni alla pelle, una maggiore durata dell’infezione e si possono sviluppare infezioni batteriche concomitanti».
Per questo è «di fondamentale importanza l’immunizzazione» sostiene Angioletta Lasagna, oncologa al San Matteo di Pavia. «Ora è disponibile un vaccino “ricombinante adiuvato” – aggiunge - che può essere utilizzato anche da tutti i pazienti oncologici, inclusi gli immunocompromessi. L’efficacia resta costante e risulta del 97% nei cinquantenni e del 91% negli ultra-settantenni. È stata valutata in persone a cui sono state somministrate due dosi a distanza di due mesi».
Il progetto sui vaccini promosso da Aiom prevede un booklet informativo rivolto a caregiver e pazienti, che sarà diffuso in tutta la Penisola nei Centri di oncologia medica. È stato realizzato anche uno spot divulgativo e avviata una campagna sui canali social istituzionali di Aiom. Ci sarà inoltre un media tutorial rivolto ai giornalisti.