Se anche i virus fanno invecchiare

Le similitudini

Se anche i virus fanno invecchiare

C’è una forte somiglianza tra la risposta immunitaria agli anni che avanzano e quella alle infezioni virali croniche. Stando così le cose non si può escludere che si possa riparare ai danni dell’invecchiamento sul sistema immunitario così come si fa con le infezioni

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Immagine: NIAID, CC BY 2.0 <https://creativecommons.org/licenses/by/2.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

L’invecchiamento è a tutti gli effetti una malattia cronica. Il sistema immunitario, per esempio, risponde agli anni che avanzano allo stesso modo in cui risponde alle infezioni virali croniche come a Hiv ed epatite C. 

I due processi, infezione e invecchiamento, provocano cioè alterazioni simili delle cellule immunitarie e del loro funzionamento. Lo hanno dimostrato i ricercatori del Buck Institute for Research on Aging in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

Ricorrendo all’intelligenza artificiale, gli scienziati hanno confrontato le risposte immunitarie di tre gruppi di persone differenti, anziani, persone con Hiv che seguivano da tempo la terapia antiretrovirale e persone con epatite C prima e dopo l’assunzione dei farmaci (che hanno un’efficacia di cura del 97%). Tra i tre gruppi sono emerse alterazioni simili della risposta immunitaria, tra cui una riduzione dei linfociti T della memoria (cellule immunitarie capaci di sopravvivere per anni), una sovraregolazione delle vie di segnalazione intracellulare dell'infiammazione e una ridotta sensibilità alle citochine nei linfociti e nelle cellule mieloidi.

Tanto l’invecchiamento che le infezioni croniche quindi lasciano segni duraturi e profondi sul sistema immunitario, differenti da quelli lasciati dalle infezioni virali acute, per esempio.  

Nelle infezioni virali acute generalmente l’organismo riesce a liberarsi dell’agente patogeno e a mettere in piedi un sistema di difesa contro futuri attacchi grazie alla produzione di anticorpi. 

Alcuni virus però sono capaci di sfuggire al sistema immunitario e di restare indisturbati a lungo nell’organismo a volte senza neanche dare segnali della loro presenza. Il citomegalovirus è uno di questi: in alcuni Paesi del mondo è presente nel 70-90 per cento della popolazione senza quasi mai rappresentare un problema per la salute, a parte per le donne incinte. Alcuni virus della famiglia degli Herpes virus (che provocano varicella, herpes genitale  labiale, mononucleosi) possono dar luogo a infezioni croniche permanendo all’interno dell’organismo per anni. 

Immagine: © David Furman

Gli scienziati hanno osservato che tra l’invecchiamento e le infezioni virali croniche c’è però una differenza non di poco conto: nel secondo caso le alterazioni del sistema immunitario possono essere, almeno in parte, reversibili. Non succede del tutto con l’Hiv, che lascia segni evidenti sulle difese immunitarie anche dopo anni di trattamento con la terapia antiretrovirale, ma succede con l’epatite C per la quale esistono farmaci (sofosbuvir) capaci di ripristinare una risposta immunitaria efficace che impedisce la replicazione del virus.

A questo punto, quindi, dato che le alterazioni del sistema immunitario dovute al processo dell’invecchiamento somigliano così tanto a quelle provocate dai virus si apre, almeno in linea teorica,  la possibilità di intervenire sulle prime con le stesse strategie usate per limitare le seconde. I ricercatori hanno anche individuato il target specifico che andrebbe preso di mira dalle future terapie anti-aging: Stat 1, il fattore di trascrizione primario attivato dagli interferoni che svolge un ruolo importante nelle normali risposte immunitarie, in particolare contro virus e funghi. Si spera cioè di poter ringiovanire il sistema immunitario alla stessa maniera in cui si riesce in alcuni casi a ripristinare il sistema di difesa compromesso dalle infezioni croniche.