Al via AntiCov: valuterà l’efficacia dei monoclonali contro Covid-19 nella vita reale
È partito AntiCov, studio multicentrico che dirà se gli anticorpi monoclonali sono efficaci anche contro la variante Omicron.
Centro coordinatore della ricerca, che arruolerà in totale 560 pazienti con Covid-19, (vaccinanti e non, ad alto e a basso rischio di complicanze) è il Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma. Lo studio prevede l'arruolamento di pazienti in età pediatrica (over 12 anni) e nella Capitale coinvolge anche l’ospedale San Pietro Fatebenefratelli, l’Azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata e l’ospedale Pertini.
AntiCov è uno dei quattro studi (due a Roma, con capofila Gemelli e Spallanzani, uno a Verona e uno a Modena) che l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha finanziato a livello nazionale per cercare di dare risposte solide sull’efficacia real world degli anticorpi monoclonali nel Covid-19.
Lo studio coordinato da Gemelli, in particolare, «si focalizzerà – spiega Luca Richeldi, direttore dell'Unità di Pneumologia del Gemelli e professore della stessa disciplina all’Università Cattolica - su due domande: ci sono differenze tra i vari anticorpi monoclonali in termini di efficacia e sicurezza nella popolazione ad alto rischio? Questi anticorpi sono utili anche nella popolazione a basso rischio? E nella popolazione pediatrica?». I monoclonali al vaglio sono infatti i tre attualmente in uso nel nostro Paese: bamlanivimab-etesevimab, casirivimab-imdevimab e sotrovimab. «Rispetto a quando abbiamo vinto questo bando – sottolinea Richeldi - si è aggiunta una variabile importante, quella della variante Omicron. Non ci sono al momento studi che ci dicano in modo definitivo quali anticorpi siano più efficaci o perdano efficacia nei confronti di Omicron. Abbiamo per ora solo studi in vitro che suggeriscono che solo uno di questi anticorpi mantenga la sua efficacia contro Omicron, ma non abbiamo ancora prove cliniche certe». Inoltre, la ricerca intende verificare se i monoclonali siano utili oppure no nella popolazione a basso rischio.
«Diversi pazienti che giungono in Pronto soccorso con il sospetto di infezione da Covid-19 – osserva Francesco Franceschi, direttore dell'Unità di Medicina d’urgenza e pronto soccorso del Gemelli - non hanno necessità di ricovero, ma possono essere trattati con gli anticorpi monoclonali ed essere seguiti a domicilio. Per questi pazienti, entrare nella nostra sperimentazione può rappresentare la giusta occasione per ottenere entrambe le suddette opportunità».
Nello studio le farmacie «dovranno gestire gli anticorpi monoclonali già forniti in collaborazione con la Regione Lazio e l’Ente commissariale – aggiunge Marcello Pani, direttore della Farmacia ospedaliera del Gemelli - rietichettandoli e rendendoli disponibili e riconoscibili nel rispetto delle norme che sottendono le sperimentazioni cliniche».
La verifica degli effetti della terapia verrà effettuata mediante telemonitoraggio a distanza utilizzando come parametro la saturazione di ossigeno nel sangue, considerato l’indice più importante di coinvolgimento del polmone e quindi di potenziale progressione della malattia.