Il batterio del tifo sta diventando resistente a molti antibiotici

L’allarme

Il batterio del tifo sta diventando resistente a molti antibiotici

Uno studio su Lancet Microbe che si basa sul sequenziamento del genoma di oltre 7.500 campioni dimostra che i ceppi resistenti ai più importanti antibiotici si stanno diffondendo al di fuori dei Paesi dell’Asia dove la resistenza si è originata

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Immagine: Microbewriter, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

L’antibiotico-resistenza colpisce ancora. La lista dei super-bug immuni ai farmaci disponibili sta aumentando rapidamente. Si è appena aggiunto il Salmonella Typhi, il batterio che provoca la febbre tifoide diventato resistente ad alcuni degli antibiotici più importanti per combattere le infezioni umane.

Lo hanno annunciato gli autori di uno studio su The Lancet Microbe che, analizzando il genoma di S.Typhi, hanno scoperto la presenza di alcuni geni che inducono la resistenza. I ceppi resistenti, inizialmente in circolazione prevalentemente nell’Asia meridionale, sono già stati individuati in molti altri Paesi del mondo. 

Ai 3.489 campioni di S. Typhi raccolti tra il 2014 e il 2019 nei Paesi che hanno fatto da culla alla resistenza, Bangladesh, India, Nepal e Pakistan sono stati aggiunti 4.169 campioni isolati da più di 70 Paesi tra il 1905 e il 2018. I geni che conferiscono resistenza nei 7.658 genomi sequenziati sono stati identificati utilizzando database genetici. I ceppi sono stati classificati come “multiresistenti” (MDR) se contenevano geni resistenti agli antibiotici classici di prima linea: ampicillina, cloramfenicolo e trimetoprim/sulfametossazolo. Sono stati trovati anche geni che conferiscono resistenza ai macrolidi e ai chinoloni, tra i più importanti antibiotici per la salute umana. 

Ricostruendo la diffusione della resistenza è emerso che i ceppi di S. Typhi resistenti hanno “sconfinato” dal territorio d’origine almeno 197 volte dal 1990 a oggi. Sebbene questi ceppi siano più frequenti nell'Asia meridionale, nel Sud-est asiatico e nell'Africa orientale e meridionale, sono stati segnalati anche nel Regno Unito, Stati Uniti e Canada. Il problema è quindi di portata globale. 

 

In particolare, le mutazioni genetiche che danno resistenza ai chinoloni quasi tutte (97%) originarie dell'Asia meridionale si sono diffuse almeno 94 volte in altri Paesi dal 1990. Le mutazioni che causano resistenza all'azitromicina, un antibiotico macrolide ampiamente utilizzato, sono emerse almeno sette volte negli ultimi 20 anni. 

S. Typhi era già da tempo un sorvegliato speciale dell’epidemiologia per aver sviluppato resistenza alle cefalosporine di terza generazione, un'altra classe di antibiotici chiave nella lotta alle malattie infettive. I nuovi dati rendono lo scenario ancora più preoccupante. 

La febbre tifoide causa globalmente 11 milioni di infezioni e oltre 100mila decessi all’anno. Sebbene sia più diffusa nell'Asia meridionale, dove si verifica il 70 per cento dei casi, ha un impatto considerevole anche nell’Africa subsahariana, nel Sud-est asiatico e in Oceania. 

In assenza dei geni della resistenza, gli antibiotici sono efficaci per trattare le infezioni da febbre tifoide. Ma i ceppi resistenti compromettono la terapia rendendo la malattia incurabile. 

«Questo studio mette in evidenza l'emergenza e la diffusione geografica di S Typhi resistente agli antimicrobici, con evidenza di frequenti esportazioni internazionali. Questo dato sottolinea l'importanza di affrontare il controllo della febbre tifoide e la resistenza antimicrobica come un problema globale piuttosto che locale», concludono i ricercatori.