Cancro: gli italiani chiedono più finanziamenti pubblici per studi no profit
I cittadini e i pazienti colpiti da tumore chiedono più ricerca clinica indipendente. Un italiano su cinque riconosce la qualità delle attività dei ricercatori, ma il 59% la giudica insufficiente a causa delle scarse risorse pubbliche e il 10% sostiene che ci sia bisogno di più professionisti per seguire progetti e sperimentazioni.
Sono alcune evidenze emerse da un sondaggio on line su 1.604 persone promosso dalla Ficog (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups), che riunisce i 16 gruppi cooperativi oncologici che dagli anni Settanta promuovono nel nostro Paese la ricerca clinica no-profit. L’indagine fa parte della campagna “Lo sai quanto è importante?” promossa dalla Ficog con l'Aiom, l'Associazione italiana di oncologia medica.
Dal sondaggio emerge anche che secondo gli italiani gli obiettivi principali della ricerca indipendente no-profit dovrebbero essere migliorare le terapie già esistenti (84%), ridurre gli effetti collaterali delle cure (36%) e mettere a punto trattamenti più personalizzati (57%) o meno costosi (19%). Per rilanciare la ricerca nell’intera Penisola, inoltre, il 9% ritiene che vada migliorata l’organizzazione e ridotto l’impatto della burocrazia, mentre per l’81%, degli italiani sono necessari maggiori finanziamenti pubblici.
«L’intero settore della ricerca è strategico per il nostro Paese – sottolinea Carmine Pinto, presidente Ficog - ma viene ancora sottofinanziato e più in generale non adeguatamente sostenuto e sviluppato anche da parte delle Istituzioni». La Federazione ha perciò deciso di rivolgersi direttamente alla popolazione italiana per comunicare il valore della ricerca e il suo ruolo imprescindibile per i progressi nelle conoscenze e nelle strategie di controllo e di cura dei tumori. «Ci rivolgiamo quindi a tutti le cittadine e i cittadini italiani – conferma Pinto - per far conoscere quanto la ricerca stia producendo per rendere disponibili nuove e più efficaci cure e insieme invitare i pazienti a essere parte e chiedere di partecipare a uno studio clinico. Questo perché un paziente potrà così avere accesso, anche anni prima dell’immissione in commercio, a un nuovo farmaco innovativo e insieme potrà permettere ad altri pazienti con la stessa malattia neoplastica di avere disponibile in futuro la stessa cura. Come prima cosa, vogliamo e dobbiamo far conoscere gli indubbi vantaggi in termini di guarigioni e di miglioramento della sopravvivenza e della qualità di vita che sono stati ottenuti, per milioni di pazienti oncologici, grazie alla ricerca. Infine, per ribadire come i ricercatori italiani abbiano segnato la storia della lotta al cancro negli ultimi cinquanta anni». Però, per mantenere la nostra oncologia ai vertici mondiali «bisogna destinare adeguate risorse sia in termini di risorse umane che tecnologiche e economiche anche nell’ambito dalla ricerca».
Nel sondaggio Ficog al 65% dei pazienti è stato proposto di aderire a uno studio clinico: il 26% degli intervistati sarebbe disponibile a partecipare a una sperimentazione per poter così accedere rapidamente a un farmaco innovativo e solo il 2% non lo farebbe, per non essere una “cavia” per studiare un farmaco dagli effetti non noti.
«Sono dati incoraggianti – commenta Saverio Cinieri, presidente Aiom, l'Associazione degli oncologi medici italiani - che dimostrano una discreta fiducia da parte della popolazione. Esiste però un problema di corretta o scarsa informazione – prosegue - che investe l’intera medicina. Il 92% degli italiani vorrebbe ricevere maggiori notizie sulla ricerca in oncologia ed è una richiesta che non arriva solo dai pazienti ma anche dai cittadini. Il 63% degli intervistati indica internet e i social media come strumenti d’informazione più indicati».
Non per nulla, la campagna della Ficog prevede un booklet presentato al Congresso ASCO di Chicago. Sarà distribuito nei reparti di oncologia e si potrà scaricare on line. Sono previsti anche anche uno spot pubblicitario e un’intensa attività sui principali social e sui media tradizionali.
Alla comunicazione della ricerca è dedicato anche un capitolo della bozza del Piano oncologico nazionale 2022-2027, «un documento preliminare», osserva Cinieri, nel quale «la comunicazione viene definita come “prezioso alleato della ricerca”. È proprio l’obiettivo - conclude Pinto - che ci siamo posti con la nostra nuova campagna».