Cancro alla prostata: uno studio identifica un nuovo ruolo dell’oncogene FOXA1

Lo studio 

Cancro alla prostata: uno studio identifica un nuovo ruolo dell’oncogene FOXA1

di redazione

L’oncogene del tumore alla prostata, FOXA1, ha una “seconda vita”, una funzione chiave che finora era rimasta sconosciuta. A individuarla sono stati 

i  ricercatori dell'Italian Institute for Genomic Medicine (IIGM) e dell’Università degli Studi di Milano, congiuntamente a collaboratori presso il Barts Cancer Institute (BCI) della Queen Mary University di Londra. 

Gli scienziati hanno scoperto in particolare che tale oncogene ha una funzione chiave nel controllo di un importante processo cellulare, lo “splicing” alternativo, che è alla base della variabilità genica e proteica all’interno delle cellule.

I risultati, pubblicati su Cell Reports rivelano che il gene FOXA1 è in grado di influenzare la nascita di varianti geniche nel cancro. L’identificazione di tali varianti può aiutare a predire la prognosi della malattia e le varianti stesse possono rappresentare nuovi bersagli farmacologici per migliorare la sopravvivenza dei pazienti.

«Il cancro alla prostata è il tumore maschile più comune al mondo e il più letale tra i cancri negli uomini. L’eterogeneità genetica della malattia rende la diagnosi e il trattamento ancora difficili. La conoscenza dei fattori che determinano la variabilità genica ci aiuterà a comprendere meglio la malattia e a migliorarne il trattamento», ha dichiarato Matteo Cereda, Group Leader presso IIGM e professore associato presso il dipartimento di Bioscienze dell’Università Statale di Milano. 

Lo splicing alternativo del RNA è il processo mediante il quale i diversi segmenti di DNA che compongono i geni vengono trascritti e assemblati in sequenze di RNA con combinazioni diverse. Queste combinazioni sono note come "varianti di splicing", o varianti trascrizionali o isoforme di RNA, e forniscono le istruzioni per produrre proteine. Attraverso lo splicing alternativo, un singolo gene può dunque codificare per più proteine, diverse tra loro per funzione all’interno della cellula e per livelli di espressione. Lo splicing alternativo è quindi un processo fondamentale di regolazione dell'espressione genica, in grado di generare diversità genetica e, di conseguenza, proteica all'interno delle cellule sane. Tuttavia questo processo è alterato in molti tipi di cancro, incluso il cancro alla prostata.

In questo studio, il gruppo ha analizzato in maniera estensiva grandi quantità di dati provenienti dal sequenziamento del trascrittoma di 500 tumori primari e metastatici della prostata. Questo ha portato a identificare il gene FOXA1 come regolatore chiave dello splicing alternativo nel cancro alla prostata. FOXA1 può controllare la nascita di varianti di splicing che influenzano la gravità della malattia e la prognosi per i pazienti.

«La scoperta di un meccanismo di fine regolazione della produzione di RNA da parte di un regolatore di splicing alternativo potrebbe significare che FOXA1 sia in grado di spingere le cellule del cancro alla prostata ad agire in un modo specifico», ha dichiarato Prabhakar Rajan, Group Leader al BCI e urologo al Barts Health NHS Trust. 

Lo studio apre la strada a potenziali nuovi bersagli per il trattamento del cancro alla prostata.