Chirurgia del pancreas: ridurre i rischi di complicanze con l’autotrapianto di isole pancreatiche

Lo studio 

Chirurgia del pancreas: ridurre i rischi di complicanze con l’autotrapianto di isole pancreatiche

di redazione

Ridurre le complicanze di alcuni interventi pancreatici particolarmente complessi rimuovendo completamente il pancreas e utilizzando, allo stesso tempo, la tecnica di autotrapianto delle isole pancreatiche del paziente. È la  proposta di un team di ricercatori del San Raffaele Diabetes Research Institute e di chirurghi del Pancreas Center dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano presentata sulla rivista Annals of Surgery

L’autotrapianto delle isole pancreatiche permetterebbe di conservare la produzione di ormoni pancreatici, insulina e glucagone, necessari per regolare il controllo della glicemia. 

Il trapianto delle proprie isole pancreatiche (o autotrapianto) è una procedura eseguita per prevenire o ridurre la gravità del diabete, dopo asportazione parziale o totale del pancreas. Consiste nell’estrarre dal pancreas asportato il tessuto endocrino e nella sua infusione nella vena porta, ingegnerizzando così il fegato affinché produca l’insulina senza la necessità di assumere una terapia immunosoppressiva.  È la prima volta che viene valutato questo tipo di intervento nelle operazioni del pancreas. 

L’ asportazione della testa del pancreas, del duodeno e della via biliare terminale (duodenocefalopancreasectomia) è uno degli interventi più complessi e a maggior rischio di complicanze di tutta la chirurgia addominale. La complicanza più frequente è la fistola pancreatica, cioè la fuoriuscita di succhi pancreatici attraverso la cucitura che ricollega il pancreas residuo all’intestino. I liquidi pancreatici hanno un’azione digestiva e la loro fuoriuscita può danneggiare i tessuti circostanti, causando infezioni ed emorragie.

 Quando il pancreas è particolarmente fragile, il chirurgo può decidere di asportare completamente l’organo per eliminare il rischio di fistola pancreatica, ma la pancreasectomia totale comporta inesorabilmente un diabete particolarmente difficile da trattare, legato alla perdita totale degli ormoni che regolano il controllo della glicemia (insulina, glucagone, somatostatina, polipeptide pancreatico).

Lo studio ha valutato per la prima volta la possibilità di associare, in pazienti ad alto rischio di fistola pancreatica, all’asportazione totale del pancreas l’autotrapianto di isole pancreatiche, come alternativa all’intervento standard di duodenocefalopancreasectomia.

I risultati hanno confermato che la pancreasectomia totale con autotrapianto di isole ha ridotto il numero e la severità delle complicanze rispetto all’intervento standard. L’autotrapianto di isole ha permesso di preservare, almeno in parte, la produzione di ormoni pancreatici, migliorando il controllo glicemico postoperatorio e facilitando la gestione del diabete conseguente alla pancreasectomia totale.

«Lo studio ci ha permesso di dimostrare che possiamo offrire nuove soluzioni, sicure ed efficaci, a pazienti che si presentano con caratteristiche e rischi chirurgici diversi. Di fatto è un esempio di medicina di precisione con l’utilizzo di una terapia cellulare personalizzata finalizzata a ottenere il risultato migliore per il singolo paziente», spiega Lorenzo Piemonti, direttore del San Raffaele Diabetes Research Institute dell’IRCCS Ospedale San Raffaele.