Colite ulcerosa. Le comuni statine potrebbero aiutare

La scoperta

Colite ulcerosa. Le comuni statine potrebbero aiutare

Le persone con colite ulcerosa che assumo statine per abbassare il colesterolo hanno un rischio ridotto del 50% le probabilità di finire in ospedale e fanno meno ricorso ai farmaci antinfiammatori per gestire i sintomi della malattia

di redazione

Le statine, i farmaci più usati per abbassare il colesterolo, potrebbero aiutare anche a ridurre gli invalidanti sintomi della rettocolite ulcerosa: dolori addominali, sangue nelle feci, stipsi o evacuazioni frequenti, spossatezza cronica. È una notizia incoraggiante per quel milione di persone che convive con la malattia infiammatoria dell’intestino per la quale attualmente non esiste una vera e propria cura. Gli unici rimedi a disposizione dei pazienti sono i farmaci antinfiammatori e l’intervento chirurgico (colectomia). I primi però non funzionano sempre e la rimozione di una parte del colon è una soluzione invasiva che comporta rischi non banali. 

L’ipotesi di poter trattare la colite ulcerosa con le statine è stata proposta da ricercatori della Stanford University School of Medicine sul Journal of the American Medical Informatics Association. I ricercatori americani sono arrivati ai farmaci anti-colesterolo dopo aver passato in rassegna altre medicine già approvate dall’FDA con la speranza di individuare una cura che già esiste in commercio. 

«Circa il 30 per cento dei pazienti con colite ulcerosa alla fine deve sottoporsi a una colectomia come ultima risorsa. È una misura drastica.  Quindi abbiamo pensato: "Possiamo utilizzare i dati disponibili per vedere se i farmaci già approvati dalla FDA possono essere riutilizzati per trattare meglio questi pazienti?"», ha spiegato Purvesh Khatri, professore di medicina a Stanford che ha guidato lo studio. 

Analizzando i dati genetici di centinaia di pazienti con colite ulcerosa che si erano sottoposti a una colectomia e le informazioni sulle terapie, i ricercatori hanno scoperto un legame tra alcuni farmaci e la riduzione dei sintomi della colite ulcerosa. Gli scienziati hanno individuato una caratteristica genetica comune in tutte le persone colpite dalle forme più gravi della malattia infiammatoria, una sorta di firma genetica ben riconoscibile che si presta a funzionare da target terapeutico. Da qui è iniziata la “caccia” al farmaco capace di interferire con l’attività del gene in questione bloccando a monte la cascata di processi che provocano l’infiammazione. 

Dopo una minuziosa selezione di potenziali candidati, i ricercatori hanno individuato tre farmaci capaci di cancellare la firma genetica comune ai pazienti con colite ulcerosa. Si trattava di due farmaci chemioterapici, esclusi immediatamente per l’alto rischio di effetti collaterali, e di comunissima una statina: l’atorvastatina.

Non c’è stato bisogno di avviare alcuna sperimentazione clinica per dimostrare l’efficacia della statina. Dato che le statine sono tra i farmaci più diffusi negli Stati Uniti, c’era quasi la certezza che venissero assunte anche da molti pazienti con colite ulcerosa. Bastava quindi andare a vedere come stavano le persone affette dalla malattia infiammatoria in cura con i farmaci anti-colesterolo. 

Ebbene, si è scoperto che, indipendentemente dalla loro età, i pazienti affetti dalla malattia intestinale che assumevano le statine avevano il 50 per cento in meno di probabilità di essere ricoverati in ospedale e assumevano meno farmaci antinfiammatori.

«A questo punto, si potrebbe sostenere che questi dati mostrano una connessione abbastanza forte per poter iniziare a prescrivere statine per la colite ulcerosa. Penso che ci siamo quasi. Dobbiamo solo convalidare gli effetti in modo un po' più rigoroso prima di passare all’applicazione clinica», ha detto in conclusione Khatri.