Covid. Torna l’ipotesi gruppo sanguigno, quello A potrebbe essere più a rischio di malattia grave

Lo studio

Covid. Torna l’ipotesi gruppo sanguigno, quello A potrebbe essere più a rischio di malattia grave

Il nesso causale tra gruppo sanguigno e livello di gravità di Covid esiste. Ma non è stato dimostrato con certezza quale gruppo sia più a rischio. C’è il sospetto che si tratti del gruppo A

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Immagine: ICSident at German Wikipedia, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

Esiste un legame tra gruppo sanguigno e Covid-19? Finora era emerso il sospetto di un’associazione, ma adesso gli autori di uno studio su Plos Genetics utilizzano l’espressione meno prudente di “nesso causale”, lasciando intendere che chi possiede un determinato gruppo sanguigno sia effettivamente più a rischio di ammalarsi gravemente di Covid. Per ora la notizia è tutta qui. Nel senso che non si sa con certezza quale sia il gruppo sanguigno più sfortunato. C’è il sospetto che si tratti del gruppo A, ma per avere la conferma serviranno ulteriori approfondimenti. Quel che viene fuori dallo studio è che un enzima (AB0) che determina il gruppo sanguigno è associato in maniera causale sia a un aumentato rischio di ricovero sia alla necessità di supporto respiratorio. E dato che alcuni studi precedenti avevano osservato che tra chi ha preso Covid c’è una percentuale significativamente superiore di persone del gruppo A, questa tipologia di gruppo sanguigno diventa naturalmente la prima su cui bisognerà concentrare l’attenzione. Ma non è detto che debba essere l’unica.

Gli scienziati hanno analizzato più di 3mila proteine per individuare quelle associate in maniera causale alle forme gravi di Covid. I risultati hanno portato a 6 proteine che potrebbero essere alla base di un aumento del rischio di Covid grave e 8 che, al contrario, potrebbero avere un ruolo protettivo. 

Una delle proteine (ABO) a cui viene riconosciuto un ruolo nel livello di gravità di Covid determina il gruppo sanguigno. Il che suggerisce che effettivamente il gruppo sanguigno possa influenzare l’andamento dell’infezione da Sars-Cov-2, rendendola più o meno grave. 

L’indagine è stata condotta con il metodo della randomizzazione mendeliana, la tecnica che consente di stabilire relazioni causali tra specifici fattori di rischio e determinate condizioni di salute, in questo caso tra alti livelli di proteine del sangue e varianti genetiche legate al Covid grave. 

«Il nesso causale tra esposizione e malattia può essere stabilito perché le varianti genetiche ereditate dal genitore sono assegnate casualmente al momento del concepimento in modo simile a come uno studio randomizzato controllato divide le persone in gruppi. Nel nostro studio i gruppi sono definiti dalla loro propensione genetica a diversi livelli di proteine nel sangue, consentendo una valutazione del legame causale tra i livelli elevati di proteine nel sangue e la gravità di COVID-19, evitando l'influenza degli effetti ambientali», ha spiegato Vincent Millischer dell'Università di Medicina di Vienna, tra gli autori dello studio. 

Per lo studio sono stati scelti due livelli di gravità di COVID-19, il ricovero e la necessità del supporto respiratorio o la morte. Utilizzando i dati di una serie di studi di associazione sull'intero genoma, i ricercatori hanno trovato sei proteine che erano collegate in modo causale a un aumentato del rischio di ricovero o di ventilazione-morte a causa di Covid-19 e otto proteine collegate sempre in maniera causale a una maggiore protezione nei confronti del ricovero e del supporto respiratorio o morte. 

Tra le proteine selezionate c’è anche un enzima (ABO) che determina il gruppo sanguigno, e che è risultato associato in modo causale sia a un aumentato rischio di ricovero sia alla necessità di supporto respiratorio. 

Questo risultato, aggiunto a quello degli studi precedenti che hanno osservato una  proporzione maggiore del gruppo sanguigno A tra gli individui positivi al Covid-19, suggerisce di concentrarsi sul gruppo sanguigno A per scoprire quanto effettivamente possa influenzare il livello di gravità di Covid. 

«Il nostro studio non collega un gruppo sanguigno preciso al rischio di Covid-19 grave, ma poiché ricerche precedenti hanno scoperto che la percentuale di persone del gruppo A è più alta negli individui positivi, ciò suggerisce che il gruppo sanguigno A è il più probabile candidato per un follow-up degli studi», dichiara Christopher Hübel del King's College tra i firmatari dello studio. 

Dall’analisi sono emerse anche tre molecole collegate a un ridotto rischio di ricovero e di necessità di supporto respiratorio. Le proteine individuate potrebbero servire come potenziali bersagli per lo sviluppo di nuovi farmaci contro Covid. 

«Quello che abbiamo fatto nel nostro studio è fornire una rosa di candidati per la fase successiva della ricerca. Su migliaia di proteine ​​del sangue, abbiamo ridotto la lista a circa 14 che hanno una qualche forma di connessione causale con il rischio di Covid-19 grave e che potrebbero aprire la strada a ulteriori ricerche per comprendere meglio i meccanismi alla base di Covid. Con l’obiettivo di sviluppare nuove cure ma anche terapie preventive», dichiara Gerome Breen, coautore dello studio.