Diabete, un integratore potrebbe ridurre il rischio di neuropatia periferica

La scoperta

Diabete, un integratore potrebbe ridurre il rischio di neuropatia periferica

Uno studio sui topi dimostra che bassi livelli dell’aminoacido serina favoriscono la neuropatia periferica. Inserendo nella dieta un integratore il danno ai nervi diminuiva. I ricercatori però avvertono che è ancora presto per consigliare alle persone con diabete di assumere l’amminoacido

Toes_feet.jpg

Immagine: sole_lover, CC0, via Wikimedia Commons
di redazione

Debolezza, intorpidimento e dolore alle mani e ai piedi. Sono sintomi comuni a molti pazienti con diabete che rientrano nella  condizione nota come “neuropatia periferica”. I disturbi sono dovuti a elevati livelli di zucchero nel sangue che danneggiano i nervi periferici. Ora, i ricercatori del Salk Institute hanno individuato un altro fattore che contribuisce alla neuropatia periferica. In una serie di esperimenti sui topi è emerso infatti che un’ alterazione del metabolismo degli aminoacidi può danneggiare i nervi periferici. 

I topi con bassi livelli di due aminoacidi legati biosinteticamente, serina e glicina hanno infatti un rischio maggiore di sviluppare neuropatia periferica. Quando nella dieta degli animali veniva introdotto l’integratore serina, il rischio di andare incontro a danno dei nervi periferici diminuiva. 

Lo studio, pubblicato su Nature, suggerisce che alcuni amminoacidi "non essenziali" spesso sottovalutati svolgono un ruolo importante nel sistema nervoso. I risultati aprono alla possibilità di identificare le persone ad alto rischio di neuropatia periferica e indicano una potenziale opzione terapeutica.

«Siamo rimasti sorpresi dal fatto che aumentando o diminuendo la concentrazione di un aminoacido non essenziale si stato provocato un effetto così evidente sul metabolismo e sulle complicanze diabetiche. Ciò dimostra che alcune condizioni possono cambiare in circostanze diverse, ad esempio in condizioni di malattia», commentano i ricercatori. 

Era già noto che bassi livelli dell'aminoacido serina fossero associati ad alcune malattie umane caratterizzate da neuropatia sensoriale periferica. Per determinare se la carenza cronica di serina potesse contribuire alla neuropatia periferica nei topi con diabete, i ricercatori hanno testato due tipi di diete sugli animali, a basso o alto contenuto di grassi con integratori di serina o senza integrazione. 

Ebbene, bassi livelli di serina in combinazione con una dieta ricca di grassi, avevano accelerato l'insorgenza della neuropatia periferica nei topi. Al contrario, l'integrazione di serina nei topi diabetici aveva rallentato la progressione della neuropatia periferica. 

La carenza di serina è stata anche associata a vari disturbi neurodegenerativi, come la teleangectasia maculare di tipo 2, una condizione che causa la perdita della vista. 

Nonostante i risultati dello studio, i ricercatori affermano che è prematuro consigliare alle persone con diabete di assumere integratori di serina per prevenire la neuropatia.

«Probabilmente ci vorrebbero dosi elevate per fare la differenza, e non tutti hanno bisogno di serina extra. Vogliamo identificare le persone a più alto rischio di neuropatia periferica in modo da poter trattare solo coloro che potrebbero trarne i maggiori benefici», specificano gli autori dello studio. 

Quindi, in attesa di altri studi da cui emergano indicazioni precise sulla sicurezza e sul dosaggio corretto, è meglio non cedere alla tentazione del fai-da-te.