Endometriosi. E se la causa fosse un batterio?

L’ipotesi

Endometriosi. E se la causa fosse un batterio?

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Immagine: U3143168, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
di redazione
Il sospetto nasce da un’anomalia statistica: nel 64% delle donne con endometriosi si rileva la presenza di Fusobacterium. Nelle donne senza la malattia, il batterio è presente solo nel 7% dei casi. Gli studi su topi suggeriscono che la terapia antibiotica locale possa alleviare i sintomi

All’origine dell’endometriosi potrebbe esserci un’infezione batterica. È l’ipotesi avanzata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Nagoya in Giappone che ha individuato nei batteri del genere Fusobacterium i potenziali responsabili della patologia che colpisce circa il 10 per cento delle donne in età fertile. La scoperta induce a pensare che una terapia antibiotica locale possa procurare benefici alle pazienti e i risultati della sperimentazione sugli animali sembrerebbero confermarlo. 

A destare i sospetti sui microbi è stata l’elevata presenza nell’apparato genitale delle donne con la malattia di un tipo di batteri, del genere Fusobacterium, già noti per causare lesioni ai tessuti, come malattie parodontali e ascessi peritonsillari,  I ricercatori hanno analizzato la composizione microbica di campioni di tessuto prelevati dall’utero di 155 donne, con e senza endometriosi, trovando i batteri del genere Fusobacterium nel 64 per cento di quelle con endometriosi. Un dato non trascurabile visto che nel gruppo delle donne senza la malattia questo tipo di batteri è stato individuato solo nel 7 per cento dei casi. 

Lo studio, pubblicato su Science Translational Medicine, invita a prendere in considerazione, oltre ai fattori genetici predisponenti, anche le infezioni microbiche come origine dell’endometriosi. 

«Vogliamo trovare nuove terapie. Ma prima dobbiamo conoscere il motivo per cui le persone soffrono di endometriosi», ha dichiarato Yutaka Kondo, biologo presso l'Università di Nagoya in Giappone e coautore dell’articolo.

L’endometriosi viene spesso attribuita alla cosiddetta “mestruazione retrograda” che consiste nel movimento inverso di piccole parti di tessuto endometriale attraverso le tube che poi vanno a impiantarsi in altri organi al di fuori della cavità uterina. Ma, fanno notare gli autori dello studio, non tutte le donne con mestruazioni retrograde sviluppano l’endometriosi. Non possono quindi essere escluse altre ipotesi, come quella dell’infezione batterica. 

Per valutare l’effettivo ruolo del Fusobacterium nel decorso dell'endometriosi, i ricercatori hanno condotto un esperimento su modelli animali. Gli scienziati hanno trapiantato tessuto endometriale da un gruppo di topi nella cavità addominale di un altro. In poche settimane, nei topi riceventi si sono formate lesioni endometriosiche.  Ma i topi in cui era stato inoculato il Fusobacterium hanno sviluppato lesioni più ampie e più profonde. Gli animali trattati con gli antibiotici metronidazolo o cloramfenicolo, somministrati per via vaginale, hanno ottenuto una rallentamento significativo della crescita dell’endometriosi e una riduzione considerevole del numero e delle dimensioni delle lesioni.

Bisognerà aspettare i risultati di uno studio clinico su donne con endometriosi, attualmente in corso, per scoprire se effettivamente gli antibiotici possono alleviare alcuni dei loro sintomi. 

Lo studio potrebbe aprire la strada a nuovi approcci terapeutici ma va però precisato che i ricercatori si sono concentrati esclusivamente  sulle lesioni che si formano sulle ovaie, mentre nelle donne con endometriosi le lesioni possono formarsi anche in altre parti del corpo, inclusi il colon e la vescica.