Il grasso per riparare fistole e ferite difficili
Sfruttare la vocazione “rigenerativa” del tessuto adiposo per riparare le fistole dell’apparato gastro-intestinale: è questa la chiave di un protocollo inedito messo a punto al Policlinico Gemelli di Roma e utilizzato con successo finora su una trentina di pazienti.
Il primo lavoro scaturito da questa esperienza, pubblicato su Gastroenterology, è stato inserito nel 2022 nella top ten delle innovazioni tecnologiche e metodologiche dell’anno per novità, importanza e impatto clinico dall’American Society for Gastrointestinal Endoscopy.
Il trattamento delle fistole digestive continua a essere lungo e complesso. Il nuovo metodo, l’autotrapianto di frazione stromale da tessuto adiposo purificato autologo, al contrario, si è dimostrato di rapida attuazione, a basso costo e sta funzionando anche dove altre metodiche più sofisticate falliscono.
«Tutto è iniziato due anni fa – ricorda Venanzio Porziella, responsabile dell'Unità di Chirurgia esofagea del Gemelli e ricercatore in Chirurgia toracica all’Università Cattolica di Roma – con il caso disperato di una cinquantenne, arrivata da noi in consulenza da un altro ospedale. La paziente, durante chemioterapia adiuvante per un tumore del colon, in seguito a episodi di vomito violenti e ripetuti aveva riportato una lacerazione dell’esofago». Il cibo e i batteri del tratto digestivo avevano provocato uno shock settico. Un intervento in urgenza aveva permesso di drenare il cavo pleurico e di posizionare una protesi nell’esofago per chiudere il “buco”. Alla rimozione dello stent due mesi dopo, però, la fistola era ancora lì e il giorno stesso era ricomparsa la sepsi. È allora che insieme a Dania Nachira, «abbiamo avuto l’idea di fare un tentativo inedito di riparazione – racconta Porziella - sfruttando la capacità rigenerativa del tessuto stromale adiposo, prelevato dalla stessa paziente». Per ottenere questo materiale “rigeneratore” è stata usata la tecnica messa a punto dal chirurgo plastico Angelo Trivisonno; una volta prelevato il grasso dal fianco del paziente, è stata estratta la frazione stromale direttamente in sala operatoria. Quindi, Ivo Boskosky, dell'Unità di Endoscopia digestiva chirurgica del Gemelli, ha inserito 2-3 ml di questo composto nella fistola e iniettato altri 1-2 ml lungo tutto il bordo della fistola. L’intervento, durato circa un’ora e mezza, è stato effettuato in anestesia generale. «Una settimana dopo il “buco” dell’esofago era sparito» dice Porziella.
«L’impiego delle cellule mesenchimali da tessuto adiposo a scopo rigenerativo è diffuso – ricorda ancora Porziella, anche lei dell'Unità di Chirurgia esofagea - ma con la nostra metodica si ottiene una frazione più pura e potente. Rispetto alle procedure di impianto di staminali pure la procedura è semplificata; non c’è bisogno di una cell factory e l’estratto stromale può essere ottenuto e impiantato nella stessa seduta. Peraltro, a costi prossimi allo zero».
Da questa esperienza è nato un progetto di ricerca all’interno dell'Unità di Chirurgia toracica, diretta da Stefano Margaritora, portato avanti da Porziella (principal investigator), Nachira, Boskoski e Trivisonno. «Con questa équipe – spiega Porziella - stiamo trattando pazienti con fistole a tutti i livelli del tratto digerente e non solo, con risultati che non esito a definire entusiasmanti. Finora abbiamo trattato con questo protocollo standardizzato circa trenta casi per fistole post-operatorie». Ma non è tutto. «Sfruttando l’uso compassionevole – aggiunge Porziella - abbiamo chiuso una fistola bronchiale, comparsa dopo l’asportazione di un polmone e una deiscenza sternale da osteomielite su ferita cardio-chirurgica».
Questo tipo di prodotto non fa registrare alcun evento avverso, come spiega Dania Nachira, perché è ricavato totalmente dal paziente stesso e ha il vantaggio di portare con sé anche tutto il secretoma, cioè la componente antinfiammatoria, immunomodulante e stimolante. Per queste caratteristiche, aggiunge Nachira, questa sorta di autotrapianto «dà ottimi risultati anche in contesti ”sporchi”, quali l’osteomielite e le fistole anali e perianali da malattia di Crohn. Un altro enorme vantaggio di questo trattamento è di essere davvero rapido e low-cost perché il “materiale” per la riparazione viene prelevato dal paziente nella stessa seduta operatoria».