Kirghizistan, 1338 dC. Così è nato l'incubo della peste nera

La scoperta

Kirghizistan, 1338 dC. Così è nato l'incubo della peste nera

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Immagine: A.S. Leybin, August 1886
di redazione
La morte nera è comparsa per la prima volta in un villaggio dell’Asia centrale nel 1338. Da lì la peste si è diffusa in tutto il mondo scatenando una pandemia che ha decimato un terzo della popolazione europea. La scoperta di un team multidisciplinare su Nature

Febbre, dolori, rigonfiamento dei linfonodi, difficoltà respiratorie. La sintomatologia era del tutto nuova, nessuno sapeva di cosa si trattasse. Non sappiamo se fosse un uomo o una donna, ma con molta probabilità il paziente zero della peste, il primo al mondo ad avere contratto l’infezione viveva in Asia Centrale.  

Siamo nel 1338 in Kirghizistan dalle parti del lago salato Issyk Kul sull’imponente sistema montuoso del Tian Shan. Non è un luogo particolarmente abitato adesso e non lo era di certo nel fatidico anno in cui la “morte nera” cominciò a mietere le prime vittime. La pandemia di peste diffusasi in Europa a partire dal 1347 responsabile di venti, venticinque milioni di morti, un terzo della popolazione europea dell’epoca, proveniva da lì, da un ristretto focolaio in un villaggio asiatico. 

Il batterio Yersinia pestis, presente fino a poco prima solo nei roditori, ha compiuto il fatale salto di specie dando il via a una epidemia che ha raggiunto tutti i luoghi del mondo conosciuto all’epoca e che si è ripresentata in successive ondate per oltre cinquecento anni. 

Un team di ricerca internazionale e multidisciplinare, composto da genetisti, storici e archeologi è risalito con una precisione senza precedenti all’origine della morte nera, individuando la data e il luogo esatto di un ipotetico paziente zero. Ci sono riusciti grazie all’analisi del Dna di resti umani e ai dati degli scavi archeologici di due siti in Asia dove sono state trovate iscrizioni che descrivevano la peste. 

I primi risultati del team sono giunti senza troppi sforzi, poiché il DNA del batterio della peste, Yersinia pestis, è stato identificato in resti di corpi umani sulla cui lapide era inciso l’anno 1338. «Possiamo finalmente dimostrare che l'epidemia menzionata sulle lapidi è stata effettivamente causata dalla peste», afferma Phil Slavin, uno degli autori senior dello studio e storico dell'Università di Sterling, nel Regno Unito.

Restava però da scoprire se il batterio fosse comparso per la prima volta proprio in quell’anno e in quel luogo. Secondo l’ipotesi più accreditata 

a dare origine alla peste è stata una improvvisa e massiccia diversificazione dei ceppi, una specie di Big Bang microbico che ha messo in circolazione diversi tipi del batterio, amplificando così le possibilità di diffusione dell’infezione. Finora però non si era riusciti a risalire alla data di questo evento esplosivo che si stimava fosse avvenuto tra il X e il XIV secolo. 

Il team del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology, dell’Università di Tubinga e dell’Università di Sterling, grazie all’analisi di antichi genomi del batterio ha scoperto che gli antichi ceppi del Kirghizistan sono compatibili con il Big Bang di diversificazione. «In altre parole, abbiamo trovato il ceppo di origine della Morte Nera e conosciamo persino la sua data esatta, che è l'anno 1338», afferma Maria Spyrou, autrice principale e ricercatrice presso l'Università di Tubinga.

Ma da dove proviene questo ceppo? Si è evoluto localmente o arriva da altri luoghi? La peste non è un’infezione umana, ma ha origine animale. Il batterio sopravvive all'interno delle popolazioni di roditori selvatici in tutto il mondo, che sono i cosiddetti “serbatoi” della peste. Anche l'antico ceppo dell'Asia centrale che causò l'epidemia del 1338-1339 intorno al lago Issyk Kul doveva quindi provenire da uno di questi serbatoi. «Abbiamo scoperto che i ceppi moderni più strettamente correlati al ceppo antico si trovano oggi nei bacini di peste intorno alle montagne del Tian Shan, così vicino a dove è stato trovato il ceppo antico. Questo indica un'origine dell'antenato della morte nera in Asia centrale», spiega Johannes Krause, autore senior dello studio e direttore del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology.