Long Covid: le donne sono più a rischio e hanno sintomi specifici

Lo studio

Long Covid: le donne sono più a rischio e hanno sintomi specifici

Il long Covid femminile è diverso da quello maschile. Le donne hanno maggiori probabilità di sviluppare sintomi come depressione, dolori muscolari, affaticamento. Gli uomini sono più a rischio di problemi metabolici e renali

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Immagine: ezeileagu chibisi chidubem, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, via Wikimedia Commons
di redazione

C’è un long Covid al maschile e uno al femminile. E non solo perché lo strascico dei sintomi ben oltre la guarigione dall’infezione sia più frequente nelle donne che negli uomini, ma anche perché la sindrome del Covid lungo si presenta in maniera diversa nei due sessi. Lo suggerisce uno studio pubblicato su Current Medical Research and Opinion

I ricercatori hanno esaminato gli studi su Covi  pubblicati tra dicembre 2019 e agosto 2020 e gli studi sul long-Covid apparsi tra gennaio 2020 e giugno 2021. Con il termine “long Covid” ci si riferisce a un'ampia gamma di sequele o complicazioni che persistono a lungo dopo l’esito negativo del tampone, come affaticamento estremo, dispnea, umore depresso, fibrosi polmonare, miocardite post-virale o infiammatoria, disturbi del sonno, compromissione della memoria, diabete, malattia renale cronica.

I ricercatori hanno analizzato sia i sintomi a breve termine del long-Covid, quelli durati meno di 4 settimane a partire dall’infezione, sia quelli a lungo termine presenti per oltre 4 settimane dopo il contagio. 

Nel primo caso, le donne avevano maggiori probabilità rispetto agli uomini di sperimentare problemi legati all’umore, disturbi all’orecchio, al naso e alla gola, dolori muscoloscheletrici e problemi respiratori. Gli uomini avevano una probabilità significativamente maggiore di avere problemi renali. 

Per quanto riguarda i sintomi a lungo termine, le donne avevano maggiori probabilità di sperimentare il long Covid rispetto agli uomini, con sintomi specifici come problemi a orecchie, naso e gola e disturbi dell'umore, nonché sintomi neurologici, cutanei, gastrointestinali, reumatologici e affaticamento. Al contrario, i pazienti di sesso maschile avevano una probabilità significativamente maggiore di sperimentare disturbi endocrinologici come diabete e malattie renali.

Le differenze di genere del long-Covid potrebbero essere dovute alle diverse risposte immunitarie nei confronti dell’infezioni. Le donne hanno in genere una risposta più robusta e rapida al virus, che aiuta a combattere l'infezione iniziale ma che potrebbe aumentare la vulnerabilità alle malattie autoimmuni nella fase successiva. 

«All’inizio della pandemia di COVID-19, è stato notato che la gravità della malattia acuta, i tassi di ricovero in terapia intensiva e la mortalità correlata a Covid-19 erano maggiori tra i pazienti di sesso maschile rispetto alle pazienti di sesso femminile, mentre la tendenza opposta è stata osservata con la sindrome del long-Covid, dove le femmine sono più spesso colpite. Sono state riportate differenze di sesso nella risposta immunitaria anche in altre infezioni virali e batteriche con sequele croniche, come SARS CoV, MERS CoV e malattia di Lyme, nonché in numerose condizioni reumatologiche», affermano i ricercatori.