Malaria: un anticorpo monoclonale protegge dall’infezione
I risultati dello studio di fase I su L9LS sono incoraggianti: l’anticorpo monoclonale L9LS è sicuro e protegge dall’infezione le persone esposte alle punture di zanzare portatrici del parassita. Ora verrà sperimentato nelle zone endemiche
Anopheles_stephensi.jpeg

La profilassi contro la malaria a base dell’ anticorpo monoclonale L9LS sembrerebbe funzionare. I risultati del trial clinico di fase I pubblicati sul New England Journal of Medicine sono promettenti: l’ iniezione di L9LS è sicura e fornisce un elevato livello di protezione negli adulti esposti al parassita della malaria. Lo studio di cui stiamo parlando, sostenuto dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), è stato condotto negli Stati Uniti ma contemporaneamente sono in corso sperimentazioni sul potere preventivo dell’anticorpo monoclonale tra i bambini del Mali e del Kenia dove la malaria è endemica che dovrebbero valutare il livello di protezione asscirato dal farmaco nell’arco di 6 o 12 mesi.
«Questi primi risultati di studi clinici che dimostrano che un anticorpo monoclonale somministrato per via sottocutanea può proteggere le persone dalla malaria sono altamente incoraggianti. Un intervento una tantum che protegge dalla malaria da sei mesi a un anno potrebbe ridurre in modo significativo la morbilità e la mortalità tra i bambini nelle regioni endemiche e offrire uno strumento preventivo efficace per gli operatori sanitari, il personale militare e i viaggiatori in queste aree», ha dichiarato Anthony S. Fauci, direttre del NIAID.
L9LS è la versione artificiale di un anticorpo naturale chiamato L9, derivato dal sangue di un volontario che aveva ricevuto un vaccino sperimentale contro la malaria. L'anticorpo agisce neutralizzando i parassiti nella pelle e nel sangue prima che possano infettare le cellule del fegato.
L9LS somiglia a un altro anticorpo candidato come anti-malarico, noto come CIS43LS, trovato altamente protettivo quando somministrato per via endovenosa. Tuttavia, L9LS è da due a tre volte più potente e inoltre può essere somministrato con una iniezione sottocutanea, una modalità più semplice e conveniente rispetto all’infusione per endovena.
Lo studio di fase 1 ha coinvolto 18 partecipanti che hanno ricevuto varie dosi di L9LS per via sottocutanea o endovenosa. Dopo essersi accertati di tollerare l'iniezione senza effetti collaterali, i partecipanti si sono sottoposti alla puntura delle zanzare portatrici del parassita della malaria per cinque volte, a partire da due fino a sei settimane dopo aver ricevuto l’anticorpo monoclonale. La procedura è stata eseguita in un ambiente attentamente controllato, secondo il protocollo previsto dalla cosiddetta “infezione da malaria umana controllata (CHMI)”, una tecnica utilizzato da decenni nella ricerca sulla malaria. Il personale medico monitora da vicino i partecipanti esposti al parassita e fornisce un trattamento adeguato in caso di infezione.
L’anticorpo monoclonale L9LS ha protetto completamente dalla malaria 15 persone su 17 (88%) durante il periodo di esposizione di 21 giorni. Tutti i volontari nel gruppo di controllo che sono stati sottoposti a CHMI, ma non hanno ricevuto L9LS, si sono invece infettati e sono stati prontamente trattati senza complicazioni. Inoltre, quattro dei cinque partecipanti che avevano ricevuto una bassa dose sottocutanea dell’aniticorpo risultavano comunque protetti.
«Questa è la prima dimostrazione che un anticorpo monoclonale può fornire protezione quando somministrato per via sottocutanea, con importanti implicazioni per un uso clinico diffuso e per raggiungere l'obiettivo di eliminare la malaria. Non vediamo l'ora di ottenere risultati in studi sul campo più ampi che aiuteranno a individuare la dose efficace», ha affermato Robert Seder, capo della sezione di immunologia cellulare presso il Vaccine Research Center del NIAD, a capo della sperimentazione di L9LS.