Malattie infiammatorie intestinali nei bambini: un possibile aiuto dalla talidomide

Lo studio

Malattie infiammatorie intestinali nei bambini: un possibile aiuto dalla talidomide

di redazione

Il riscatto della talidomide. Il farmaco che negli anni Sessanta, usato come antinausea in gravidanza, aveva provocato malformazioni del feto, ora è risultato efficace nel combattere patologie complesse dell’apparato gastrointestinale, come malattia di Crohn e colite ulcerosa.

La riabilitazione è stata possibile grazie ai risultati di uno studio, pubblicato su Inflammatory Bowel Disease, e coordinato da un gruppo di ricercatori italiani guidato Matteo Bramuzzo, dell‘IRCCS Burlo Garofolo di Trieste. I ricercatori hanno raccolto i dati di 10 anni di esperienza clinica del trattamento di IBD (Inflammatory Bowel Disease). in otto centri italiani. La patologia colpisce sempre di più la popolazione pediatrica nei paesi ricchi, in Italia ne sono affetti 7 bambini ogni 100.000 abitanti. 

«In 37 bambini con VEO-IBD , la terapia  con talidomide si è rivelata efficace  e ottimamente tollerata: effetti collaterali solo nel 36 per cento dei casi, molto inferiore a quanto osservato in pazienti adolescenti (77%). Può sembrare una casistica ridotta ma, trattandosi di malattie rare e di pazienti con caratteristiche molto selezionate, la numerosità di questa popolazione è rilevante. Ancor più interessante è il fatto che il farmaco ha permesso una prolungata remissione della malattia in una percentuale significativa di bambini», spiega Matteo Bramuzzo. 

I pazienti sono stati sottoposti al trattamento per un periodo minimo di un anno e massimo di 9 anni.  Inaspettatamente, quindi, la ‘vecchia’ talidomide ,  considerata una molecola superata e dannosa, porta nuove speranze in medicina.   «La nostra società con questo studio ha consentito di aggiungere un nuovo farmaco nell’ambito del trattamento di queste patologie complesse nel bambino. Inoltre va considerato il relativo basso costo di questa terapia rispetto ad altri farmaci. Ma, al di là dei risultati positivi, non bisogna dimenticare  che  l’indicazione all’utilizzo di talidomide va discussa  con adeguata attenzione con i medici del centro dove il bambino è seguito», sottolinea  Claudio Romano, presidente Sigenp e direttore dell’UO di Gastroenterologia Pediatrica e Fibrosi Cistica dell’Università di Messina.