I neonati dei Paesi ricchi stanno perdendo un batterio fondamentale per digerire il latte materno
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Il Bifidobacterium infantis è un batterio del microbioma neonatale con un ruolo chiave: scomporre particolari carboidrati presenti nel latte materno, detti oligosaccaridi del latte umano (HMOs), che vengono quindi resi accessibili al neonato. Ebbene, nell’intestino dei neonati dei Paesi industrializzati questo batterio si sta estinguendo. Se ne sono accorti i ricercatori della
Stanford Medicine preoccupati che questa graduale scomparsa possa provocare un aumento delle infiammazioni croniche visto che nessun altro microrganismo dell’intestino svolge la stessa preziosa funzione del B.infantis.
I ricercatori hanno analizzato, ricorrendo al sequenziamento metagenomico, 62 campioni fecali di neonati raccolti nel corso di un anno in una comunità degli Hadza, un popolo di cacciatori-raccoglitori in Tanzania, e li hanno confrontati con quelli di altre 17 popolazioni in tutto il mondo (Africa, Asia, Nord e Sud. America ed Europa).
È emerso che i batteri del genere Bifidobacterium, “batteri buoni” che vivono nell’intestino, sono le specie più diffuse nel microbioma dei bambini di età inferiore a 6 mesi in tutto il mondo, indipendentemente dal fatto che vengano allattati al seno o meno, ma la specie Bifidobacterium infantis, fondamentale per la digestione del latte materno e anche per potenziare il sistema immunitario, è dominante nel microbioma intestinale dei bambini in società non industrializzate, mentre è presente in misura molto inferiore nei bambini dei Paesi industrializzati. Al contrario, il Bifidobacterium breve, una specie con capacità limitata di scomporre gli zuccheri del latte, è la specie più diffusa nei neonati dei paesi industrializzati. Il rischio è che questi ultimi non possano trarre dall’allattamento al seno tutti i benefici che potenzialmente il latte materno potrebbe assicurare e che possano avere maggiori probabilità di sviluppare allergie, asma e altre infiammazioni croniche.
Tra i fattori che possono contribuire all’estinzione di B.infantis nei microbiomi neonatali delle società industrializzate c’è l’eccessivo ricorso al parto cesareo, l’abuso di antibiotici, una dieta ricca di grassi saturi, povera di fibre alimentari e ricca di dolcificanti artificiali ed emulsionanti.
Il nuovo studio pubblicato su Science ha dimostrato che nonostante l’allattamento al seno aumenti la quantità di B.infantis nel microbioma dei neonati, esiste una grande differenza tra la flora batterica dei bambini a seconda del livello di industrializzazione del Paese in cui nascono.
Nel microbioma dei bambini Hazda sono stati rinvenuti molti microorganismi non presenti nell’intestino dei neonati dei Paesi industrializzati e addirittura il 23,4 per cento delle specie microbiche osservate erano del tutto nuove, mai rilevate precedentemente da nessuna analisi genomica.
«Il microbiota intestinale è il motore di molte funzioni all'interno di noi. Il nostro microbioma intestinale si sta evolvendo e dobbiamo capire cosa significa perdere questi batteri che potrebbero essere componenti importanti della biologia umana», scrivono i ricercatori.