Il primo ritratto di famiglia dei Neanderthal. Il Dna conferma la parentela di un gruppo vissuto 50mila anni fa in una grotta della Siberia
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Fredda, buia, isolata. Non proprio la casa dei sogni. Ma per una famiglia di Neanderthal di 50mila anni fa, la grotta di Chagyrskaya nella Siberia meridionale è stata un rifugio ideale. Ci hanno vissuto in tanti strettamente imparentati tra loro. L’analisi genetica sui resti degli individui ha dimostrato la parentela. Per la prima volta un gruppo di scienziati internazionale guidato dal Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology è riuscito a sequenziare il genoma di una intera comunità di Neanderthal ricostruendo i legami di sangue tra i coinquilini della grotta e raddoppiando in un colpo solo il numero di genomi di Neanderthal finora disponibili. La famiglia, formata da 11 membri, potrebbe anche allargarsi in futuro. Gli scavi hanno portato alla luce solo un terzo della grotta e le analisi genetiche sono state effettuate solo su un quarto dei resti rinvenuti.
Per ora il gruppo di Chagyrskaya è composto da un padre e sua figlia adolescente e altri sette parenti più lontani, tra cui una possibile coppia di zio e nipote o cugini, tutti conviventi nella grotta a cui si aggiungono altri due individui “vicini di casa”.
Situata sulle rive del fiume Charysh, ai piedi dei monti Altai, la cava di Chagyrskaya dista non più di 100 chilometri dalla celebre grotta di Denisova, la miniera d’oro della paleontologia dove si sono avvicendati per 30mila anni Neanderthal, Denisova e Sapiens. Ma non sembra che le comunità delle due grotte si siano mai incontrate.
Dagli scavi di Chagyrskaya sono emersi solo resti di Neanderthal, datati tra 50mila e 60mila anni fa, ossa di animali e strumenti di pietra. I ricercatori hanno estratto il DNA da 17 resti umani (denti e ossa) di Chagyrskaya e da altri, conservati meno bene, rinvenuti nella grotta vicina, chiamata Okladnikov. I resti appartenevano a 13 individui di Neanderthal: 7 uomini e 6 donne, di cui 8 adulti e 5 bambini e giovani adolescenti. Dai denti e frammenti ossei ritrovati a Chagyrskaya (un’ottantina di frammenti), i ricercatori hanno ricostruito il genoma completo e parziali di 11 individui, il numero più alto in un singolo studio. Nel Dna mitocondriale sono state trovato diverse eteroplasmie condivise tra individui. Le eteroplasmie sono un tipo speciale di variante genetica che persiste solo per un piccolo numero di generazioni. Questo dato suggerisce che i Neanderthal nella grotta di Chagyrskaya siano vissuti e morti più o meno nello stesso periodo. «Il fatto che vivessero nello stesso momento è molto interessante. Ciò significa che probabilmente provenivano dalla stessa comunità sociale. Quindi, per la prima volta, possiamo usare la genetica per studiare l'organizzazione sociale di una comunità di Neanderthal», afferma Laurits Skov, primo autore di questo studio.
Inoltre, la diversità genetica estremamente bassa all'interno di questa comunità di Neanderthal, suggerisce che il gruppo fosse composto al massimo da 10 a 20 individui, un numero di gran lunga inferiore a quello osservato in qualunque comunità umana antica o moderna più simile alle dimensioni dei gruppi di specie in via di estinzione o sull'orlo dell’estinzione (come i gorilla di montagna).
I ricercatori hanno anche scoperto che il Dna mitocondriale ereditato dalla madre aveva una diversità genetica maggiore rispetto a quello del cromosoma Y, che viene trasmesso lungo la linea maschile. Una circostanza che si verificherebbe se più della metà delle donne nelle piccole comunità fosse nata altrove. È probabile quindi che le donne si spostassero più degli uomini da una comunità all’altra creando nuovi nuclei famigliari.
I risultati dell’analisi genetica hanno mostrato anche che i residenti di Chagyrskaya erano più strettamente imparentati con i Neanderthal che vivevano in Europa più o meno nello stesso periodo rispetto a quelli che avevano occupato la grotta di Denisova decine di migliaia di anni prima. I dati genetici vengono confermati anche dal materiale archeologico: gli strumenti in pietra della grotta Chagyrskaya sono molto simili a quelli utilizzati in Germania e in Europa orientale, suggerendo una affinità con i Neanderthal europei.
I resti di animali trovati nelle grotte di Chagyrskaya e Okladnikov raccontano molto sullo stile di vita di chi le ha abitate. I Neanderthal cacciavano stambecchi, cavalli, bisonti e altri animali che periodicamente migravano attraverso le valli fluviali su cui si affacciano le grotte. Ma il ritratto di famiglia non è completato. Gli scienziati sperano ora di proseguire la ricostruzione dell’albero genalogico della comunità di Chagyrskaya. Manca ancora la madre dell'adolescente. «Probabilmente c'è anche lei», dice Skov.