Sclerosi laterale amiotrofica: identificati nuovi geni responsabili della malattia
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Una ricerca internazionale guidata dall’Università di Utrecht, in Olanda, con il contributo italiano, ha compiuto un importante passo avanti nella identificazione dei geni responsabili della sclerosi laterale amiotrofica. Grazie a uno studio di associazione “genome-wide” o GWA, che consente di analizzare contemporaneamente tutti i geni di un individuo, sono stati analizzati i Dna di 29.612 pazienti affetti da Sla in forma sporadica (quella più comune non ereditaria) e di 122.656 soggetti sani, con identificazione di 15 varianti geniche associate alla malattia. Tra i gruppi di ricerca italiani ha contribuito allo studio pubblicato su Nature Genetics il Laboratorio di Neuroscienze ed Unità di Neurologia dell’Istituto Auxologico Italiano IRCCS che ha supportato la ricerca insieme all’Università degli Studi di Milano ed al “Centro Dino Ferrari”.
«Il recente studio ha confermato, tra i 15 loci associati alla malattia, 8 geni già identificati in precedenti studi (UNC13A, SCFD1, MOBP/RPSA, KIF5A, CFAP410, GPX3/TNIP1, NEK1 e TBK1) provando ulteriormente il rispettivo coinvolgimento patogenetico. Di particolare rilievo è però l’identificazione di 7 nuovi loci che contribuiscono a meglio delineare i meccanismi di neurodegenerazione specifici della malattia. Lo studio dimostra, infatti, l’espressione dei geni implicati in particolare nei motoneuroni glutammatergici, suggerendo quindi che il processo neurodegenerativo nella Sla è originariamente a carico dalla cellula neuronale e non microgliale od astrocitaria. Viene, in particolare, dimostrato il ruolo sia del trasporto di vescicole che dell’autofagia quale determinante per la perdita neuronale con particolare coinvolgimento del complesso di Golgi e del reticolo endoplasmatico. Da ultimo, elevati livelli di colesterolo sembrano assumere un ruolo causale per la SLA come verrà ulteriormente sottolineato da un lavoro in uscita dello stesso gruppo», spiega Vincenzo Silani, professore Ordinario di Neurologia della Università degli Studi di Milano, primario di neurologia all’Auxologico San Luca di Milano e fondatore del Consorzio Italiano SLAGEN.
Alcuni geni coinvolti nello sviluppo della Sla sono comuni ad altre malattie neurodegenerative quali la malattia di Alzheimer, di Parkinson, la degenerazione corticobasale, la paralisi sopranucleare progressiva e la demenza frontotemporale convalidando ulteriormente il presupposto di comuni meccanismi patogenetici per le diverse malattie neurodegenerative.
«Questo potente studio di GWA si discosta dai precedenti per l’ ampio numero di pazienti analizzati e per la completezza di informazioni raggiunte con inserimento della Sla accanto alle altre malattie neurodegenerative perché accomunata da comuni meccanismi patogenetici con l’ indicazione di un processo neuronale primitivo all’ origine della malattia, rinforzando quindi il concetto di una vulnerabilità selettiva della cellula motoneuronale nella Sla», conclude Silani.