La scommessa dei farmaci anti-ageing contro il mal di schiena

Nuove terapie

La scommessa dei farmaci anti-ageing contro il mal di schiena

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Immagine: Rama, CC BY-SA 2.0 FR <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/fr/deed.en>, via Wikimedia Commons
di redazione
Uno studio su Nature Communications propone un approccio innovativo al trattamento del mal di schiena provocato dalla degenerazione dei dischi. Un mix di farmaci anti-ageing potrebbe rallentare il processo associato all’invecchiamento mantenendo integri gli ammortizzatori della colonna

I farmaci anti-aging, combattendo la senescenza delle cellule dei cuscinetti che ammortizzano la colonna vertebrale, potrebbero essere usati per combattere il mal di schiena. È l'ipotesi a cui stanno lavorando ricercatori della della Thomas Jefferson University di Philadelphia  in uno studio pubblicato su Nature Communications. 
I ricercatori hanno somministrato il mix fatto di un farmaco antitumorale (dasatinib) e di un integratore (quercetina) su animali di laboratorio osservando che gli animali mostravano una ridotta degenerazione dei dischi rispetto ai loro coetanei a cui era stato somministrato un placebo.

La discopatia degenerativa è una delle cause principale del dolore lombare. Con l’avanzare degli anni i dischi tra le vertebre si consumano e non riescono a svolgere la funzione di ammortizzatori tra una vertebra e l’altra. Il risultato è un mal di schiena cronico nella parte bassa della colonna. Attualmente non esistono terapie risolutive. Le iniezioni di steroidi o la chirurgia, le uniche opzioni di trattamento disponibili, non assicurano benefici duraturi e possono avere affetti collaterali non trascurabili. 

«Una volta che i dischi intervertebrali iniziano a degenerare il processo di rigenerazione è minimo. Ma i nostri risultati mostrano che è possibile rallentare la degenerazione del disco che si verifica con l’invecchiamento», ha dichiarato Makarand Risbud, a capo dello studio. L’approccio innovativo alla prevenzione della discopatia degenerativa potrebbe segnare una svolta nel trattamento del dolore lombare. Il trattamento proposto non è invasivo, non prevede il ricorso a oppioidi e non ha controindicazioni. Da qualche tempo a questa parte la medicina rigenerativa guarda con grande interesse ai farmaci senolitici per la loro capacità di colpire in maniera selettiva le cellule senescenti lasciando intatte le altre. Insomma queste sembrano le molecole più promettenti, quelle su cui scommettere per rallentare l’invecchiamento.

Le cellule senescenti si accumulano inevitabilmente nei tessuti con il passere degli anni dove secernono enzimi distruttivi e proteine infiammatorie che colpiscono le cellule sane. Si pensa quindi che rimuovendo le cellule senescenti da un tessuto possa migliorare la funzione del tessuto stesso. Alcuni studi su dasatinib e quercetina hanno già dimostrato che l’ipotesi è fondata: i due farmaci hanno ottenuto risultati promettenti, per esempio, nel trattamento delle lesioni nei tessuti dei polmoni. 

Da qui è nata l’idea di mettere alla prova i due senolitici anche nella degenerazione dei dischi della colonna vertebrale. Il primo esperimento però è stato deludente. Gli scienziati hanno somministrato il cocktail di farmaci ad alcuni topi di età avanzata senza osservare i risultati sperati. 

Quando venivano trattati con la stessa combinazione i topi più giovani, il quadro cambiava. Il mix di senolitici ha dimostrato un evidente effetto protettivo (ma non curativo): gli animali che erano stati sottoposti alla nuova terapia in giovane età mostravano meno segni di degenerazione dei dischi in età più avanzata rispetto a quelli a cui era stato dato il placebo. 

«La terapia è stata più efficace quando abbiamo iniziato a trattare i topi al momento in cui le cellule senescenti stavano appena iniziando a emergere. I nostri risultati mostrano che, se somministrati precocemente, i farmaci senolitici possono effettivamente rallentare la degenerazione del disco», afferma Risbud. Potrebbe darsi quindi che per rallentare il processo degenerativo della colonna si debba cominciare ad assumere i senolitici da giovani per prevenire il consumo dei dischi. Sarà fondamentale accertarsi della sicurezza dell’assunzione a lungo termine dei farmaci. 

«È possibile che le persone debbano assumerlo per molto tempo affinché il trattamento sia efficace e i nostri dati mostrano che i farmaci sono stati ben tollerati, almeno nei topi», conclude Risbud.