Sla: identificato un nuovo potenziale target terapeutico

Lo studio italiano

Sla: identificato un nuovo potenziale target terapeutico

di redazione

Si chiama CXCR2, è un recettore e un possibile target terapeutico per la sclerosi laterale amiotrofica. Lo hanno identificato i ricercatori dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica e dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche che ne hanno descritto le potenzialità su Neurobiology of Disease. 

La Sla è una malattia del sistema nervoso caratterizzata dalla progressiva neuro-degenerazione delle cellule motoneuronali, per la quale non ancora non esiste una cura. A partire da una serie di studi precedenti basati su indagini genomiche ad ampio spettro, i ricercatori hanno rivelato la deregolazione del recettore CXCR2 nei neuroni corticali di un sottogruppo di pazienti affetti da Sla sporadica. 

«Avvalendoci di due modelli sperimentali preclinici in vitro e in vivo, abbiamo studiato l’effetto della inibizione del CXCR2 mediante Reparixin. I risultati di queste ricerche indicano un’importante azione del farmaco nel prevenire la neurodegenerazione in vitro e nel migliorare la funzione neuromuscolare in vivo», spiega Sebastiano Cavallaro, dirigente di ricerca del Cnr-Irib, responsabile del Laboratorio di genomica a Catania. 

CXCR2 quindi potrebbe svolgere un ruolo nello sviluppo della Sla e di conseguenza potrebbe essere usato come bersaglio terapeutico. 

«Attraverso un’analisi genomica, abbiamo evidenziato che una stratificazione molecolare dei pazienti con Sla, insieme ad un’adeguata selezione e prioritizzazione dei potenziali bersagli farmacologici, potrebbe aiutare a definire strategie razionalmente progettate e su misura per il paziente.  I risultati raggiunti rappresentano un primo passo verso una medicina personalizzata per le patologie complesse e multifattoriali a carico del sistema nervoso», conclude Cavallaro.