Staminali del testicolo congelate per 20 anni e reimpiantate ripristinano la fertilità
Uno studio su Plos Biology potrebbe avere implicazioni importanti per i bambini con tumore. Suggerendo la possibilità di conservare a lungo il tessuto testicolare per poi reimpiantarlo e ripristinare la fertilità. Gli esperimenti condotti sui topi sono promettenti
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Il tessuto del testicolo congelato per 20 anni e poi reimpiantato inizia a produrre spermatozoi vitali. Per ora la procedura è stata testata con successo sugli animali, ma potrebbe rivelarsi efficace anche negli esseri umani con implicazioni importanti in tutti quei casi in cui i trattamenti possono compromettere la fertilità, come i tumori. Specie se colpiscono i bambini. Lo studio pubblicato su Plos Biology suggerisce infatti la possibilità di conservare e crio-preservare il tessuto testicolare dei piccoli pazienti prima che siano sottoposti alla chemioterapia.
Un caso esemplare è quello del tumore del testicolo: scoperto in tempo è guaribile nel 99 per cento dei casi. Il problema è che tra gli effetti collaterali dei trattamenti c’è il calo della fertilità. Per questo si potrebbe pensare di raccogliere, congelare e reimpiantare il tessuto testicolare, che contiene cellule staminali, per ripristinare la fertilità. Alcuni esperimenti sui macachi hanno già dato risultati promettenti ma il materiale biologico era stato conservato per un tempo limitato. I pazienti in età pre-puberale devono invece aspettare come minimo dieci anni prima di poter effettuare il reimpianto. È necessario quindi sapere quanto a lungo rimangano vitali le cellule staminali spermatogeniche congelate.
Per verificarlo, gli autori dello studio hanno scongelato le cellule staminali spermatogeniche di topi che erano state crioconservate nel loro laboratorio per più di 23 anni e le hanno impiantate negli animali precedentemente privati della risposta immunitaria per evitare il rigetto del tessuto estraneo. Un altro gruppo di topi aveva ricevuto il tessuto conservato solo per pochi mesi. Gli scienziati hanno messo a confronto la capacità delle cellule staminali di produrre spermatozoi vitali nei due gruppi. Scoprendo che le cellule congelate a lungo erano in grado di colonizzare il testicolo del topo e generare tutti i tipi cellulari necessari per la produzione di spermatozoi vitali, anche se in maniera meno efficace rispetto alle cellule provenienti da tessuti conservati per tempi più brevi. In particolare, si osservavano differenze nel tipo di spermatozoi prodotti. I topi che avevano ricevuto un tessuto testicolare conservato per tempi più lunghi producevano meno spermatozoi “nuotatori” (il tipo allungato responsabile della fecondazione dell’ovocita). Ma i ricercatori specificano che la perdita della vitalità in caso di crioconservazione prolungata potrebbe essere corretta individuando i fattori che la provocano.
«Il nostro studio ha dimostrato che le cellule staminali spermatogeniche di ratto possono essere congelate con successo per oltre 20 anni, trapiantate in un animale ricevente sterile e rigenerare la capacità di produrre sperma, anche se con un’efficacia ridotta. Questo potrebbe essere un metodo per recuperare la perdita di fertilità nei ragazzi in età prepuberale curati per il cancro», ha dichiarato Eoin Whelan della School of Veterinary Medicine, della University of Pennsylvania, a capo dello studio.