Studio italiano: il vaccino anti Covid-19 non peggiora i sintomi di asma grave

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Studio italiano: il vaccino anti Covid-19 non peggiora i sintomi di asma grave

di redazione

Gli esperti rassicurano: più dell’80% dei pazienti con asma grave non ha avuto alcun effetto collaterale dopo il vaccino a mRNA, né dopo la prima né dopo la seconda dose.

Lo mostra il primo studio italiano condotto su questi pazienti dalla Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica (Siaaic) i cui risultati, pubblicati su Vaccines, saranno discussi durante il Congresso Siaaic, a Bari dal 15 al 17 ottobre.

Peraltro, tra i pazienti che hanno avuto eventi avversi, nel 95% dei casi si è trattato di piccoli fastidi molto comuni e in nessun caso si è verificato un peggioramento dell’asma. Anche la terapia con farmaci biologici non ha modificato il profilo di sicurezza e tollerabilità.

Lo studio è stato condotto su 253 pazienti con asma grave seguiti dai Centri di riferimento di Verona e Padova e immunizzati contro Covid-19 con il vaccino a mRNA di Pfizer.

I risultati, commenta Gianenrico Senna, coautore dello studio e presidente Siaaic, «sono molto rassicuranti: dopo la prima dose solo il 19 % dei pazienti ha lamentato un effetto collaterale che nell’81% dei casi era molto comune e di poco conto; dopo la seconda dose appena il 17% ha avuto un evento avverso e nel 95% dei casi si è trattato di piccoli fastidi come dolore al braccio, febbre, dolori muscolari o mal di testa. Dopo la prima dose si sono avuti alcuni disturbi poco comuni, ma non gravi, come dolore diffuso o linfadenopatia, tuttavia non si è registrato alcun evento avverso raro, come reazioni allergiche gravi o asimmetrie facciali, né è mai stata raccomandata o riferita una pre-medicazione con antistaminici o paracetamolo».

Altrettanto tranquillizzante è risultata l’analisi dei pazienti in terapia con un anticorpo monoclonale: il profilo di rischio è risultato sovrapponibile a quello di chi non prende farmaci biologici. L’unica precauzione presa, precisano Andrea Vianello, professore di Malattie dell'apparato respiratorio all’Università di Padova, e Gabriella Guarnieri, del Servizio di fisiopatologia respiratoria dell'Azienda ospedaliera-universitaria dello stesso capoluogo, è stato osservare un intervallo di 48 ore tra la somministrazione del farmaco biologico e la dose di vaccino: «In nessun caso si è verificato un peggioramento dell’asma – sottolineano - che è rimasta stabile quando non addirittura lievemente migliorata. Anche la qualità di vita dei pazienti è aumentata, probabilmente grazie all’atteggiamento positivo di fronte alla vaccinazione che è stata giustamente vissuta come un prezioso aiuto da soggetti più suscettibili ai danni del Covid-19. Questi dati – concludono i due esperti - incoraggiano perciò tutti i pazienti con asma grave a sottoporsi con fiducia e senza paura all’eventuale terza dose di vaccino, uno strumento di salute essenziale e sicuro per tutti loro».