Tumore del polmone: in stadio precoce pembrolizumab prima e dopo la chirurgia riduce il rischio di recidiva, progressione o morte

ASCO 2023

Tumore del polmone: in stadio precoce pembrolizumab prima e dopo la chirurgia riduce il rischio di recidiva, progressione o morte

di redazione

Nel tumore del polmone in stadio precoce, l’immunoterapia con pembrolizumab, prima e dopo l’intervento chirurgico, migliora la sopravvivenza libera da eventi e riduce il rischio di recidiva. Lo dimostrano i risultati dello studio registrativo di Fase 3 KEYNOTE-671 presentati a Chicago durante il Congresso annuale 2023 della Società americana di oncologia clinica (American society of clinical oncology, ASCO) e pubblicati contemporaneamente nel New England Journal of Medicine.

Al follow-up mediano di 25,2 mesi, pembrolizumab neoadiuvante più chemioterapia seguito da resezione e pembrolizumab adiuvante come agente singolo hanno migliorato significativamente la sopravvivenza libera da eventi, riducendo il rischio di recidiva, progressione o morte del 42% nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule resecabile in stadio II, IIIA o IIIB, rispetto a placebo e chemioterapia neoadiuvanti seguiti da placebo adiuvante. Nei pazienti trattati con pembrolizumab, la sopravvivenza mediana libera da eventi non è stata raggiunta rispetto a 17 mesi di sopravvivenza per quelli trattati con la sola chemioterapia.

Lo studio prosegue per consentire un ulteriore follow-up della sopravvivenza globale che rappresenta l’altro endpoint primario.

«Storicamente, più della metà dei pazienti con stadi precoci di carcinoma polmonare non a piccole cellule rimosso chirurgicamente va incontro a recidiva» spiega Federico Cappuzzo, direttore dell'Oncologia medica 2 all'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma. I risultati dello studio KEYNOTE-671 sulla sopravvivenza libera da eventi «sono molto incoraggianti – aggiunge - e supportano il potenziale di questo approccio perioperatorio per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule resecabile di stadio II, IIIA o IIIB, che sono trattati con intento curativo».

Come ricorda Marjorie Green, Vicepresidente senior e direttore di Late-stage oncology, global clinical development di Merck Research Laboratories, questi nuovi risultati si basano su studi precedenti di pembrolizumab nelle prime fasi della malattia in alcuni tipi di tumori, incluso il carcinoma polmonare non a piccole cellule. «Stiamo lavorando con la FDA e altre autorità globali – aggiunge - per offrire questa nuova opzione ai pazienti il ​​più rapidamente possibile».

Il carcinoma polmonare è la principale causa di morte per cancro in tutto il mondo: solo nel 2020 ci sono stati più di 2,2 milioni di nuovi casi e 1,8 milioni di morti. Il tipo più comune è il carcinoma polmonare non a piccole cellule, con circa l’81% di tutti i casi.

In Italia vivono 117.800 persone dopo la diagnosi di carcinoma polmonare. Nel 2022 i nuovi casi sono stati 43.900.