I turni di notte lasciano il segno
Svolgere per molti anni un lavoro che comporta turni di notte riduce le probabilità di invecchiare in salute e aumenta il rischio di soffrire di più patologie durante la vecchiaia. L’entità dei disturbi, inoltre, cresce all’aumentare del tempo passato a fare i turni. È quanto emerge da uno studio della Harvard T. H. Chan School of Public Health di Boston pubblicato su JAMA Network Open.
La ricerca ha coinvolto 46 mila infermiere sottoposte a periodiche rilevazioni per oltre 20 anni. La ricerca ha mostrato che le persone che avevano svolto turni di notte durante la propria carriera avevano una probabilità fino al 20% più bassa di essere parte di quel piccolo gruppo di anziani che, raggiunti i 70 anni, non aveva né malattie croniche importanti, né problemi cognitivi o di autonomia fisica, né sofferenza psichica. Al contrario, presentavano un maggior rischio di soffrire di acciacchi dell’età che aumentava quanto più a lungo avevano fatto i turni di notte: chi aveva svolto più di 10 anni di anni di turni, in particolare, aveva un rischio del 22% più alto di soffrire di almeno di una malattia cronica, del 15% in più di avere difficoltà fisiche, del 16% sofferenza mentale, del 12% in più di avere problemi cognitivi.
Dallo studio è tuttavia emerso che il lavoro di notte non aveva ripercussioni sulla salute a lungo termine in chi lo aveva svolto per meno di 5 anni.