Accessi inutili in Pronto soccorso: più frequenti tra i giovani che tra gli anziani

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Accessi inutili in Pronto soccorso: più frequenti tra i giovani che tra gli anziani

di redazione

Tra i giovani adulti solo una volta su dieci il ricorso al Pronto soccorso è appropriato, contro i quattro su dieci degli anziani. A smentire la diffusa percezione che ad affollare in modo ingiustificato i Ps siano gli anziani è uno studio italiano, condotto dai geriatri della Società italiana geriatria ospedale e territorio (Sigot) e della Società italiana di gerontologia e geriatria (Sigg).

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Geriatrics & Gerontology International e si basa sui dati Emur (Sistema informativo per l’emergenza e urgenza) del ministero della Salute e prende in esame gli oltre 20 milioni di accessi al Ps del 2015. La ricerca li analizza in base all’età e ne verifica l’appropriatezza con il criterio dei diversi codici di gravità: la gravità è bassa con codice bianco o verde, mentre il codice giallo indica una situazione di emergenza e quello rosso l’imminente pericolo di vita. L'appropriatezza (codice giallo o rosso convalidato) delle visite in Ps aumenta progressivamente con l'età: è del 6,3% nella fascia di età 5-9 anni, del 10,7% nella fascia 40-44 anni, del 36,8% nella fascia 85-89 anni e arriva fino al 44,2% nella fascia 95-99 anni.

Dopo la visita di Ps, il paziente può essere dimesso, oppure, nei casi gravi, viene ricoverato in ospedale. Ebbene, lo studio dimostra che anche l’appropriatezza del successivo ricovero ospedaliero cresce con l’età, cioè sale la percentuale di persone che vengono ricoverate solo in presenza di patologie realmente gravi, contrassegnate da un codice giallo o rosso. Dallo studio si evince inoltre che i ricoveri inappropriati, seguenti l’assegnazione di un codice bianco o verde, sono molto più frequenti tra i giovani adulti rispetto agli anziani. «Gli accessi ai Pronto soccorso – precisa Filippo Luca Fimognari, coautore dello studio e direttore della Geriatria e del Dipartimento medico dell’Azienda ospedaliera di Cosenza – crescono progressivamente con l’età: su mille abitanti con più di 90 anni si riscontrano 500 accessi all’anno, mentre scendono intorno ai 200-250 nelle classi d’età inferiori».

Le proposte. Dall'indagine «si evince che un rafforzamento dell’assistenza territoriale, obiettivo comunque fondamentale per il Ssn, non può essere l’unico strumento per risolvere il problema del sovraffollamento del Pronto soccorso» sostengono Lorenzo Palleschi, presidente eletto Sigot, e Andrea Ungar, presidente Sigg. «Tale fenomeno, invece, è legato all’invecchiamento della popolazione – proseguono - che spesso non è un invecchiamento in salute, anzi si accompagna a diverse comorbidità concomitanti. Bisogna pertanto attrezzarsi con molteplici azioni sinergiche: anzitutto occorre potenziare gli ospedali aumentando i posti letto dedicati a questa fascia di popolazione vulnerabile, incrementando il numero delle unità operative complesse di Geriatria e invertendo una tendenza che paradossalmente negli ultimi anni ha visto una riduzione di questi posti letto proprio mentre cresceva il numero di anziani. Inoltre, a fronte della crescita dell’età media della popolazione ospedaliera, si dovrebbe aumentare l’offerta dei servizi geriatrici all’interno degli ospedali: Ortogeriatria, Delirium Room, Oncogeriatria. Infine, - concludono i due presidenti - si dovrebbe provvedere a inserire all’interno dei Ps il consulente geriatra, a prescindere dall’eventuale presenza di un’unità operativa complessa di Geriatria nella relativa sede ospedaliera».