Alleanza per la professione medica alla politica: «La riforma facciamola insieme»
«Senza i medici non si fa la sanità»: è questo l’allarme lanciato da Alleanza per la professione medica (Apm), nell’incontro di mercoledì 18 luglio a Roma, al quale è intervenuto anche il ministro della Salute, Roberto Speranza.
Le sette sigle che costituiscono Apm (Andi, Cimop, Federazione Cimo-Fesmed, Fimmg, Fimp, Sbv e Sumai, a rappresentare complessivamente oltre 100 mila medici) chiedono, in sintesi, di promuovere e difendere l’autonomia del medico; di promuovere una diversa progressione professionale e di carriera, anche attraverso una valutazione e certificazione periodica delle abilità professionali individuali; una corretta programmazione delle attività formative; recuperare l’autonomia e la centralità del proprio ruolo, all’interno del Ssn; salvaguardare la libera professione dalla pressione burocratica e fiscale; proporre modelli organizzativi e di governance che sappiano coniugare gli obiettivi del Pnrr con le reali esigenze dei professionisti e dei cittadini; consentire la libera scelta del medico da parte del cittadino sia nella medicina generale che nella specialistica ambulatoriale convenzionata e accreditata che nella pediatria di libera scelta; equilibrare in sanità il rapporto fra professione e capitale.
Il Recovery Plan, sostiene Apm, oggi è «completamente privo di riferimenti ai professionisti medici, senza i quali non solo le Case della comunità e gli Ospedali di comunità rischiano di essere delle scatole vuote ma anche il Servizio sanitario nazionale rischia di non essere più tale, non potendo svolgere il suo ruolo di tutela della salute dei cittadini. Tutto ciò in un momento storico in cui, anche a causa del Covid, la gobba pensionistica sta per raggiungere il suo apice e il carico burocratico è sempre più preponderante, a discapito del tempo da dedicare al rapporto medico-paziente. Alla luce di queste considerazioni, come Apm ribadiamo alla politica l’esigenza di ascoltarci e di coinvolgerci nei piani di riforma che riguardano direttamente o indirettamente la professione medica perché, come la pandemia ha ulteriormente dimostrato, senza i medici non si fa la sanità».