Allergie respiratorie: un Patto di legislatura per metterle al centro dell’agenda politica

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Allergie respiratorie: un Patto di legislatura per metterle al centro dell’agenda politica

di redazione

Potenziare e razionalizzare l’assistenza alla persona con allergie respiratorie, favorendo la crescita di strutture specialistiche in collegamento con il territorio. Aumentare i fondi per la ricerca sulle allergie respiratorie. Implementare la gestione integrata tra i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta con le strutture specialistiche.

Sono, questi, alcuni punti-chiave del Patto di legislatura dell'Intergruppo parlamentare sulle Allergie respiratorie, presentato lunedì 16 ottobre a Montecitorio. Un documento che costituisce una roadmap istituzionale sulla quale intervenire in sinergia con le Società scientifiche, il mondo accademico e clinico, le Associazioni di pazienti e di cittadinanza.

Sono più di mille le morti che avvengono ogni giorno nel mondo a causa dell’asma, molte delle quali evitabili se trattate in modo efficace. In Italia, i costi diretti dell’asma (derivanti dall’uso dei farmaci e dei servizi sanitari) rappresentano circa l’1-2 per cento della spesa sanitaria, mentre superiori sono quelli delle allergie che coinvolgono 12 milioni di persone.

Con il Patto di legislatura «chiediamo un impegno del Governo, del Parlamento, delle Regioni e di tutte le forze politiche perché questa malattia trovi un posto rilevante nell’agenda politica, governativa e parlamentare», spiega Paolo Ciani, co-presidente dell'Intergruppo e segretario della Commissione Affari sociali della Camera. «In particolare – precisa - chiediamo che la Missione 6 del Pnrr riservi una peculiare attenzione legislativa e istituzionale al ruolo dello specialista in Allergologia e Immunologia clinica, in tema di riordino dell’assistenza territoriale, considerando una grave mancanze che la figura dell’allergologo non venga mai ricompresa tra i numerosi professionisti che saranno chiamati a fornire assistenza nelle case della comunità».

Per Daniela Sbrollini, co-presidente dell'Intergruppo e vicepresidente della Commissione Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale del Senato, «l'assistenza allergologica versa in una situazione spesso preoccupante, fortemente ridimensionata ovunque e quasi completamente scomparsa in alcuni ambiti regionali. L'impoverimento, in questo caso, non è soltanto quantitativo per la perdita di strutture dedicate con il progressivo e inevitabile spostamento verso l'assistenza privata, ma soprattutto qualitativo. Con la dismissione di strutture in ambito ospedaliero, come purtroppo avvenuto in questi ultimi anni per incomprensibili e infruttuose politiche di tagli lineari, si è infatti drammaticamente ridotta anche la possibilità di intervenire su malattie gravi e potenzialmente fatali e che necessitano di un setting assistenziale complesso e realizzabile solo in ambienti protetti e da personale a questo dedicato e specificatamente addestrato».

«Occorre potenziare e razionare l’assistenza alle persone che soffrono di queste malattie – sostiene dal canto suo Federico Serra, capo della segreteria tecnica dell'Intergruppo - aumentare i fondi per la ricerca, implementare la gestione integrata, promuovere campagne di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e assicurare il pieno accesso alle cure e ai trattamenti in maniera omogenea su tutto il territorio nazionale, cosa che non si verifica attualmente con grandi disparità tra le varie Regioni. È un impegno che la politica ha il dovere di assumersi rispetto a malattie che rappresentano un costo significativo sia sociale sia economico, nell’interesse e a tutela di tutti i cittadini che ne sono colpiti».