Covid: metà dei ragazzi in Europa non sono vaccinati con il ciclo completo
In Europa oltre la metà degli adolescenti tra i 10 e i 17 anni non ha completato il primo ciclo del vaccino. Però se ci si concentra sulla fascia di età 15-17 la percentuale dei vaccinati con le due dosi sale al 71 per cento. È tra i più piccoli (10-14) che il numero dei vaccinati è ancora basso (34,8%). Il dato è contenuto nel rapporto dell’Ecdc sull’efficacia dei vaccini negli adolescenti tra i 12 e i 17 anni.
In tutti e 30 i Paesi dell’Eu/Eea i vaccini sono raccomandati ai ragazzi tra i 12 e i 17 anni. Nella maggior parte dei Paesi (19 su 30) il booster è raccomandato solo a chi ha compiuto 18 anni di età. In 10 Paesi, invece, la terza dose viene consigliata anche al di sopra dei 12 anni (Austria, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo e Romania).
Il rischio di ospedalizzazione o di ricovero in terapia intensiva per i giovani tra i 12 e i 17 anni in caso di Covid-19 è molto basso. Così come quello di morte. Ma il numero delle infezioni in questa fascia di età è sempre stato il più alto rispetto a tutte le altre ed è aumentato costantemente negli ultimi mesi, rispecchiando l’andamento generale della pandemia condizionato dalla rapida diffusione della variante Omicron.
Cosa sappiamo sull’efficacia dei vaccini negli adolescenti?
Gli esperti dell’Ecdc hanno raccolto le evidenze provenienti dagli studi condotti finora sulla capacità dei vaccini di bloccare l’infezione e di allontanare il rischio di malattia grave.
Per quanto riguarda la protezione dalle infezioni, i dati suggeriscono un’elevata efficacia contro l'infezione sintomatica fino a 5-6 mesi dopo il completamento del ciclo di vaccinazione primaria, mentre non sono attualmente disponibili prove di una riduzione della protezione contro malattie gravi, anche perché il rischio di malattia grave in questa fascia di età è basso.
Sugli effetti della dose booster negli adolescenti, i dati preliminari suggeriscono un aumento della protezione contro l'infezione documentata da SARS-CoV-2 rispetto al ciclo di vaccinazione primaria, anche se non si sa ancora con certezza quanto duri l’immunità potenziata con la terza dose. Gli esperti dell’Ecdc sostengono comunque che in questa fase della pandemia bisognerebbe dare la priorità al completamento del ciclo vaccinale primario tra gli adolescenti piuttosto che impegnarsi a somministrare la dose booster a chi ha già avuto le due dosi. Si è visto infatti che la terza dose negli adolescenti ha un impatto limitato sull’indice di riproduzione arrivando a ottenere una riduzione solo tra l’1 e il 3 per cento.
«Secondo le nostre stime di modelli matematici, il beneficio indiretto dell’ l'intera popolazione di adolescenti vaccinati con booster, in termini di riduzione del numero effettivo di riproduzione (Rt), è stimato essere modesto. Sulla base delle attuali limitate informazioni sul rischio-beneficio delle dosi di richiamo negli adolescenti e del modesto impatto aggiuntivo stimato sul numero effettivo di riproduzione, in questa fase si dovrebbe continuare a dare priorità al completamento del ciclo di vaccinazione primaria per tutta la popolazione ammissibile e alla somministrazione di dosi aggiuntive di vaccino ai gruppi a rischio e prioritari secondo le raccomandazioni nazionali», concludono i ricercatori.