La crisi idrica mette in pericolo la vita di 190 milioni di bambini

Acqua

La crisi idrica mette in pericolo la vita di 190 milioni di bambini

L’allarme dell’Unicef: «Senza un'azione urgente il futuro potrebbe essere molto più cupo». Oggi al via la Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua

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Immagine: © UNICEF/UN0774401/Benekire
di redazione

Acqua insufficiente e servizi igienici inadeguati; malattie correlate; rischi climatici. È in corso una triplice emergenza, soprattutto in Africa , che mette a rischio la vita di 190 milioni di bambini solo nei 10 Paesi africani più colpiti:  Benin, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Costa d'Avorio, Guinea, Mali, Niger, Nigeria e Somalia. 

È l’allarme lanciato dall’Unicef alla vigilia della Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua al via oggi a New York. 

Secondo l’analisi Unicef, alla triplice minaccia collegata alla carenza di acqua, in molti dei Paesi più colpiti - in particolare nel Sahel - si somma instabilità e conflitti armati, che aggravano ulteriormente l'accesso dei bambini all'acqua potabile e ai servizi igienici. In alcuni paesi, inoltre, gli attacchi alle strutture idriche sono usati come come tattica per sfollare le comunità.

«L'Africa sta affrontando una catastrofe idrica. Mentre gli shock legati al clima e all'acqua si stanno intensificando a livello globale, in nessun'altra parte del mondo i rischi si aggravano così velocemente per i bambini», ha dichiarato il direttore dei Programmi dell'UNICEF, Sanjay Wijesekera. «Tempeste devastanti, inondazioni e storiche siccità stanno già distruggendo strutture e abitazioni, contaminando le risorse idriche, creando crisi dovute alla fame e diffondendo malattie. Ma per quanto le condizioni attuali siano difficili, senza un'azione urgente il futuro potrebbe essere molto più cupo».

Secondo l’analisi, che ha esaminato l'accesso delle famiglie ai servizi idrici e igienici, il carico di decessi dovuti ai servizi idrici e igienici inadeguati tra i bambini al di sotto dei cinque anni e l'esposizione ai rischi climatici e ambientali, nei 10 paesi più colpiti, quasi un terzo dei bambini non ha accesso a servizi di base per l’acqua a casa e due terzi non dispongono di impianti igienici (bagni) di base. Un quarto dei bambini non ha altra scelta che defecare all’ aperto. Anche l'igiene delle mani è limitata: tre quarti dei bambini non possono lavarsi le mani per mancanza di acqua e sapone a casa.

Non è un caso se questi Paesi sono anche quelli con il maggior carico di decessi tra i bambini a causa di malattie causate da servizi idrici e igienici inadeguati, come le malattie diarroiche. 

Ad esempio, 6 dei 10 paesi hanno dovuto affrontare epidemie di colera nell'ultimo anno. A livello globale, più di 1.000 bambini sotto i cinque anni muoiono ogni giorno a causa di malattie legate ai servizi idrici e igienici, e circa 2 su 5 vivono in questi 10 Paesi più a rischio. 

Questi paesi, sottolinea l’Unicef, si trovano anche nel primo 25% dei 163 Paesi a livello globale con il più alto rischio di esposizione alle minacce climatiche e ambientali. Le temperature più elevate, che accelerano la riproduzione dei patogeni, stanno aumentando 1,5 volte più velocemente della media globale in alcune parti dell'Africa occidentale e centrale. Anche i livelli delle acque di falda si stanno abbassando, tanto da costringere alcune comunità a scavare pozzi profondi il doppio rispetto ad appena un decennio fa. Allo stesso tempo, le precipitazioni sono diventate più irregolari e intense, portando a inondazioni che contaminano le scarse riserve idriche.

Tutti i 10 paesi individuati sono classificati dall'OCSE come fragili o estremamente fragili, e le tensioni dei conflitti armati in alcuni paesi minacciano di annullare i progressi verso la sicurezza idrica e dei servizi igienici. In Burkina Faso, ad esempio, si sono moltiplicati gli attacchi alle strutture idriche come tattica per sfollare le comunità. Nel 2022 sono stati attaccati 58 punti di approvvigionamento idrico, rispetto ai 21 del 2021 e ai 3 del 2020. Di conseguenza, più di 830.000 persone, di cui oltre la metà bambini, hanno perso l'accesso all'acqua potabile nell'ultimo anno.

«La perdita della vita di un bambino è sconvolgente per le famiglie. Ma il dolore si acuisce quando la morte è evitabile e causata dalla mancanza di beni di prima necessità che molti danno per scontati, come l'acqua potabile, i bagni e il sapone», ha dichiarato Wijesekera. «Investire in servizi idrici e igienici resilienti al clima non significa solo proteggere la salute dei bambini oggi, ma anche garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire».