Disturbi del comportamento alimentare in aumento, specie tra le ragazze

L’allarme dei neuropsichiatri infantili

Disturbi del comportamento alimentare in aumento, specie tra le ragazze

di redazione

I disturbi del comportamento alimentare sono in aumento e il loro esordio è sempre più precoce; nelle ragazze in particolare crescono i casi tra i 12 e i 17 anni. È l’allarme lanciato in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA). 

«È un mondo complesso quello dei disturbi del comportamento alimentare e negli anni più recenti abbiamo osservato un progressivo abbassamento dell’età di insorgenza, tanto che non riguarda più soltanto gli adolescenti, ma anche bambine e bambini in età prepuberale, con conseguenze più gravi sul corpo e sulla mente, sullo sviluppo in genere», dice  Elisa Fazzi, presidente SINPIA  e direttore della U.O. di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia. «L’identificazione e l’intervento tempestivo e multidisciplinare sono decisivi per una prognosi migliore».

I disturbi del comportamento alimentare affliggono oltre 55 milioni di persone in tutto il mondo , oltre 3 milioni di persone in Italia, pari a circa il 5% della popolazione: l'8-10% delle ragazze e lo 0,5-1% dei ragazzi soffrono di anoressia o bulimia. L’incidenza recentemente è aumentata del 30% per effetto della pandemia e il picco è soprattutto tra i giovanissimi, colpiti fino a quattro volte di più rispetto al periodo pre-Covid, a causa dell’isolamento, della permanenza forzata a casa, della chiusura delle scuole e dell’annullamento delle iniziative di coinvolgimento sociale.

«Quando si parla di disturbi del comportamento alimentare si fa riferimento a un disturbo caratterizzato da un rapporto alterato con il cibo che si manifesta attraverso una preoccupazione eccessiva rispetto al peso e alla forma del proprio corpo ma esprime soprattutto una grande sofferenza psichica ed emotiva di cui il soggetto, e anche la famiglia, non si rendono sempre conto focalizzando il problema sul cibo», spiega Fazzi. «Sono patologie diffuse soprattutto nell’universo femminile e con un impatto drammatico nella vita di tutti i giorni, di ragazze e ragazzi e delle loro famiglie. I disturbi legati all’alimentazione, come l’anoressia nervosa, possono essere associati ad altri sintomi come depressione, ansia, bassa autostima e comportamenti autolesionistici. Quello del neurosviluppo, che riguarda bambini e ragazzi tra 0 e 18 anni, è un periodo delicato in cui i fenomeni maturativi del sistema nervoso centrale non hanno uguali nelle successive fasi della vita. Ad ogni tappa dello sviluppo, compresa la preadolescenza, possono corrispondere possibili rischi e vulnerabilità. In questo periodo la famiglia e la scuola sono fondamentali nell’individuazione dei primi segnali di rischio come forma di tutela e protezione della salute di bambini e adolescenti», conclude Fazzi.