Donne protagoniste in sanità: ancora 122 anni prima di arrivare alla parità
Serviranno ancora 122 anni prima di arrivare a una parità di genere in tutti gli ambiti della società.
Il dato è stato citato da Monica Calamai, coordinatrice della Community Donne protagoniste in sanità, direttrice generale dell’Azienda sanitaria locale di Ferrara e sub-commissario dell'Azienda ospedaliero-universitaria del capoluogo, a margine dell’incontro su “Gender gap e salute della donna: le proposte della Community Donne protagoniste in sanità", che si è svolto il 6 dicembre a Roma.
Il gender gap è anche uno degli obiettivi prioritari del Pnrr, come ricorda ancora Calamai. «I pochi bilanci di genere che sono stati realizzati nelle varie Aziende sanitarie dimostrano che la strada è ancora lunga – prosegue - ma ci sono gli elementi per poter fare questo salto in avanti, anche a livello culturale. Dobbiamo partire da un percorso formativo-culturale che deve iniziare fin dalle scuole primarie». Solo il 27 per cento del top management, per esempio, è costituito da donne, «con divari retributivi e di ruoli apicali significativi nella Pubblica amministrazione, nei Consigli di amministrazione delle varie aziende, nella politica». Il messaggio al Governo è allora quello di «investire nelle infrastrutture per consentire una presenza lavorativa migliore, quello di sostenere la maternità e le donne in stato di gravidanza nei vari ambienti di lavoro, investendo anche su asili nido e baby parking».
La Community Donne protagoniste in sanità, sostiene Maria Domenica Castellone, medico e vicepresidente del Senato, «lavora a proposte concrete in ambito sanitario, a progetti nell’ambito del Pnrr per immaginare quella riforma del Servizio sanitario nazionale resasi necessaria dopo la pandemia. Non bastano i due miliardi di euro stanziati per la sanità nella manovra economica. Bisogna investire di più per la valorizzazione contrattuale del personale e l’assunzione di nuove professionalità. Mancano 70 mila infermieri - ricorda Castellone - 20 mila medici di medicina generale, migliaia di medici ospedalieri. Sul fronte del Pnrr è necessario portare avanti la missione che si occupa di inclusione e coesione e quella relativa alla salute, in particolare – conclude - la digitalizzazione e la riforma della medicina territoriale».