Dopo la pandemia, riprende la lotta alla Tbc ma gli obiettivi delle Nazioni Unite sono ancora lontani
I servizi per la diagnosi e il trattamento della tubercolosi nel mondo sono tornati a funzionare nel 2022. Ma l’obiettivo di ridurre del 75 per cento le morti per tubercolosi entro il 2025 (rispetto al 2015) è ancora molto lontano. Per ora il calo dei decessi è fermo al 19 per cento e la tubercolosi resta una delle malattie infettive più mortali e la principale causa di morte nelle persone con Hiv. I casi di multi-resistenza continuano a rappresentare un problema sanitario grave e urgente.
I segnali positivi dell’ultimo rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, Global tuberculosis Report 2023, sono in parte offuscati dalle note dolenti. I dati, da una parte, sono incoraggianti perché indicano che i danni provocati da Covid sui sistemi sanitari sono stati riparati e che oggi i programmi di monitoraggio delle persone a rischio e di gestione delle infezioni procedono allo stesso ritmo del 2019. India, Indonesia e Filippine, i Paesi in cui si è registrato il maggior calo delle nuove diagnosi tra il 2020 e il 2021 (il 60% del calo globale), hanno ripreso le attività di controllo della tubercolosi assicurando prestazioni analoghe a quelle del 2019. In altre parti del mondo si è addirittura fatto di più di quanto si faceva prima. In generale, infatti, nel 2022 si sono contate 7,5 milioni di nuove diagnosi di tubercolosi, il numero più alto segnalato dal 1995. L’aumento viene attribuito dagli esperti dell’Oms a una buona ripresa dei servizi sanitari in molti Paesi. Il trend, quindi, è indubbiamente positivo. Ma i progressi rispetto al pre-Covid non bastano. Di questo passo, infatti, avverte l’Oms, non è possibile raggiungere i traguardi fissati per il 2025 ma neanche quelli nuovi programmati per il 2027.
Secondo le stime epidemiologiche, nel mondo nel 2022 c’erano 10,6 milioni di persone tubercolosi nel 2022 rispetto ai 10,3 milioni del 2021.
La maggior parte delle persone che hanno sviluppato la tubercolosi si trovavano nelle regioni dell'OMS del Sud-est asiatico (46%), dell'Africa (23% ) e nel Pacifico occidentale (18%), con proporzioni minori nel Mediterraneo orientale (8,1%), nelle Americhe (3,1%) e in Europa (2,2%).
Il numero totale di decessi correlati alla tubercolosi (compresi quelli tra le persone con HIV) è stato di 1,3 milioni nel 2022, in calo rispetto a 1,4 milioni nel 2021. Ma la tubercolosi continua a essere la principale causa di morte tra le persone affette da Hiv e la tubercolosi multiresistente costituisce ancora un grosso problema per la sanità pubblica: nel 2022 circa 410mila persone hanno sviluppato una tubercolosi multiresistente o resistente alla rifampicina, ma solo circa due su cinque hanno avuto accesso al trattamento adeguato.
Gli obiettivi fissati nel 2018 per il 2025 sono ancora lontani. Il calo netto della mortalità rispetto al 2015 è del 19 per cento, molto lontano da quello stabilito per il 2025 del 75 per cento. Non va meglio per quanto riguarda il numero delle infezioni: la riduzione del tasso di incidenza della tubercolosi dal 2015 al 2022 è stata dell’8,7 per cento, quando ci si aspetta che arrivi al 50 per cento nel 2025.
Circa la metà dei pazienti affetti da tubercolosi e le loro famiglie devono affrontare costi vertiginosi tra spese dirette e indiretta che ammontano a oltre il 20 per cento del reddito familiare totale, mentre l’Oms punta a un costo pari a zero entro il 2025.
Nel frattempo le Nazioni Unite hanno fissato nuovi obiettivi per il periodo 2023-2027: raggiungere il 90 per cento delle persone a rischio con servizi di prevenzione e cura della tubercolosi, utilizzare un test rapido raccomandato dall’OMS come primo metodo per diagnosticare la tubercolosi, offrire benefici sanitari e sociali a tutte le persone affette da tubercolosi, garantire la disponibilità di almeno un nuovo vaccino contro la tubercolosi che sia sicuro ed efficace, colmare le lacune nel finanziamento alla ricerca sulla tubercolosi entro il 2027.
Se i progressi non accelerano non si farà in tempo ad arrivare pronti neanche ai nuovi traguardi.
«Abbiamo impegni importanti con obiettivi concreti assunti dai leader mondiali nella dichiarazione politica del secondo incontro di alto livello delle Nazioni Unite sulla tubercolosi, che fornisce una forte spinta ad accelerare la risposta alla tubercolosi. Questo rapporto fornisce dati chiave e prove sullo stato dell’epidemia di tubercolosi e una revisione dei progressi utile a orientare la traduzione di questi obiettivi e impegni in azioni concrete nei singoli Paesi. Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti per trasformare in realtà il sogno di porre fine alla tubercolosi», ha dichiarato Tereza Kasaeva, direttrice del Programma globale per la tubercolosi dell'OMS.