Farmaci non etici, di automedicazione e alcuni dispositivi sanitari: gli infermieri chiedono di poter prescrivere

Professioni

Farmaci non etici, di automedicazione e alcuni dispositivi sanitari: gli infermieri chiedono di poter prescrivere

di redazione

Infermiere prescrittore: una figura inedita nel nostro sistema sanitario, ma non, per esempio, in Inghilterra, dove da oltre trent’anni gli infermieri possono prescrivere ai pazienti dispositivi medici monouso. «E nessuno reclama, ma tutti ringraziano», fanno notare alcune associazioni d pazienti e cittadini in una lettera diretta al ministro della Salute, Roberto Speranza, nella quale chiedono che vengano aggiornati i Livelli essenziali di assistenza (Lea) e che la possibilità prescrittiva di alcuni presidi sanitari sia estesa, appunto, agli infermieri e in alcuni casi anche ai fisioterapisti.

Una richiesta avanzata dalla stessa Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), sulla scia del suo documento presentato in occasione dei pareri sul Pnrr, messo a punto da un Advisory board di personaggi del mondo sanitario, in cui a proporlo è stato Silvio Garattini, presidente dell'Istituto Mario Negri di Milano.

«L’infermiere, professionista di prossimità, se formato ad hoc è in grado garantire la presa in carico della persona assistita anche per quanto attiene la prescrizione dei dispositivi medici monouso – sostengono nella lettera le Associazioni - oltre che per favorire la sburocratizzazione dei percorsi, per l’acquisizione degli stessi. Altrettanto dicasi per l’importante figura del fisioterapista, specie in materia di incontinenza e riabilitazione del pavimento pelvico».

Secondo le associazioni, estendere agli infermieri e fisioterapisti, la possibilità di prescrivere alcuni prodotti eviterebbe «spaventosi iter burocratici che i cittadini devono subire per ottenere ogni due mesi i dispositivi medici monouso» come sacche, placche, cateteri, cannule tracheali, pannoloni, traverse, dalle Regioni, dalle Aziende sanitarie locali e dai Distretti socio-sanitari.

«Cambiare rotta sugli interventi terapeutici grazie all’ampliamento delle competenze, a partire dalla possibilità di prescrivere alcune classi di farmaci e presidi che rientrano nella loro sfera di conoscenza e competenza appare un percorso inevitabile», sostiene la presidente Fnopi, Barbara Mangiacavalli. «Ma anche – aggiunge - sugli interventi assistenziali, definendo la piena ed esclusiva funzione di cura e non di supplenza delle altre professioni sanitarie e superando la frammentazione e la disomogeneità dei modelli regionali».