Dalla Fnomceo una campagna contro la violenza sugli operatori sanitari
Una campagna social e due corsi di formazione a distanza, uno più generale e uno sulle tecniche di de-escalation e di gestione dell’aggressività e dello stress: sono queste le nuove iniziative della Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri, per prevenire le aggressioni contro gli operatori sanitari, annunciate alla vigilia della Giornata contro la violenza sugli operatori sanitari.
«I dati sono drammatici – ricorda il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – e dimostrano una crescita del fenomeno in tutte le Regioni». Perciò «bisogna intervenire – aggiunge Anelli – e bisogna farlo subito. Occorre dare piena applicazione alla Legge 113/2020 sulla sicurezza degli operatori: le Aziende devono adottare protocolli per segnalare alle autorità competenti tutti gli episodi di violenza, in modo da attivare la procedibilità d’ufficio. Occorre agire sulla sicurezza delle sedi e degli operatori. Occorre anche una rivoluzione culturale, per cui il medico torni a essere visto come attore della relazione di cura, e non come bersaglio da colpire. Occorrono politiche di risk management, di formazione degli operatori, di comunicazione verso i pazienti. Da qui nascono le nuove iniziative di Fnomceo – conclude Anelli - che mirano, da una parte, a formare e informare i medici e, dall’altra, a sensibilizzare la popolazione su questo fenomeno che è una delle cause di abbandono del Servizio sanitario nazionale da parte dei nostri professionisti».
La campagna: “Diciamo basta alla violenza contro i medici”. «Volevo fare il medico per salvare vite e a stento ho salvato la mia: diciamo basta». A pronunciare questa frase è una dottoressa con il volto tumefatto e coperto da lividi. È lei la protagonista della nuova campagna della Fnomceo, il cui claim conclusivo recita «Salviamo il Servizio sanitario nazionale, diciamo basta alla violenza contro i medici».
«Le continue aggressioni – sostiene il presidente della Fnomceo – sono uno dei motivi per i quali sempre più medici abbandonano il Servizio sanitario nazionale, per il privato, l’estero, la libera professione, il prepensionamento.
Abbiamo scelto immagini forti – precisa - per lanciare un messaggio ancora più forte: alla fine, chi rimane vittima di questa ondata di violenza è proprio il cittadino, che rischia di rimanere senza cure. Perché, come dicevamo in una delle nostre prime campagne sul tema, chi aggredisce un medico aggredisce se stesso».
La campagna sarà declinata in uno spot e in un’immagine statica, che saranno diffusi sui social media e messi a disposizione degli Ordini territoriali anche per la diffusione come manifesti e sulle tv locali.
I corsi di formazione: “Conoscere per prevenire”. Sono due i corsi di formazione a distanza, gratuiti e accreditati nell’ambito del programma di Educazione continua in medicina, messi a disposizione dalla Fnomceo per informare i medici sulla violenza e la sua possibile prevenzione.
Il primo, “La violenza nei confronti degli operatori sanitari”, coordinato dal Gruppo di lavoro Fnomceo per la sicurezza degli operatori, è già on line da inizio anno: analizza le cause del fenomeno e le conseguenze fisiche e psichiche delle aggressioni, che non si limitano al momento dell’episodio, ma si trascinano nel tempo.
Il secondo corso, on line dall’estate, sarà tenuto dallo psichiatra e criminologo Massimo Picozzi e verterà sulle tecniche di de-escalation, di gestione dell’aggressività e dello stress, di comunicazione con pazienti e familiari. «Particolare attenzione - spiega il segretario della Fnomceo, Roberto Monaco –– sarà dedicata ai fattori di rischio, alle trappole mentali che non permettono di riconoscerli, alla valutazione di una situazione aggressiva in divenire per un intervento precoce».