Fondazione Gimbe: 5,6 milioni di over 60 ancora senza vaccino. La rivoluzione può attendere
Nella settimana tra il 5 e l'11 maggio 2021 c'è stata una diminuzione rispetto alla precedente sia di nuovi casi (63.409 contro 78.309) sia di morti (1.544 contro 1.826). In calo anche i casi attualmente positivi (rispettivamente 363.859 e 413.889), le persone in isolamento domiciliare (346.866 contro 393.290), i ricoveri con sintomi (14.937 rispetto 18.176) e le terapie intensive (2.056 contro 2.423).
Sono alcuni dati del monitoraggio della Fondazione Gimbe sull'andamento della pandemia da SARS-CoV2, che, sottolinea il presidente Nino Cartabellotta, sono il risultato «di sei settimane di un’Italia tutta rosso-arancione».
I trend, infatti, sono in calo in tutte le Regioni. Anche se continua a salire leggermente l’Rt medio calcolato dall’Istituto superiore di sanità sui casi sintomatici a 14 giorni, che rispetto al valore di 0,85 (range 0,80-0,91) della scorsa settimana ha raggiunto lo 0,89 (range 0,85-0,91).
«Si allenta ulteriormente anche la pressione sugli ospedali – osserva Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione – sia per la minore circolazione del virus che per i primi effetti della elevata copertura vaccinale negli over 80».
I vaccini. A un mese e mezzo dalla fine del semestre, però, devono essere ancora consegnate circa 50 milioni di dosi, quasi due terzi di quelle previste dal Piano vaccinale. «Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca – rileva Cartabellotta – finora Johnson & Johnson ha consegnato solo “briciole” e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’Ema. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente».
Alle 12,12 del 12 maggio il 29,2% della popolazione (17.413.508) ha ricevuto almeno una dose di vaccino e il 13% (7.725.554) ha completato il ciclo vaccinale. Con importanti differenze regionali: dal 32,7% di vaccinati con almeno una dose della Provincia autonoma di Trento al 24,6% della Sicilia.
Aumentano le somministrazioni settimanali (+8,5%), ma in misura minore rispetto alla settimana precedente, con una media mobile a sette giorni che si attesta intorno a 465 mila somministrazioni al giorno. «Il mancato sprint della campagna vaccinale – commenta Gili – è influenzato dalla mancata somministrazione di 1.286.041 dosi di AstraZeneca, le cui scorte “in frigo” oscillano dal 4,7% del Molise al 46% della Sicilia. Tenendo conto che l’uso preferenziale di questo vaccino è negli over 60, è inevitabile che i rifiuti influenzino la copertura vaccinale in questa classe d’età».
Quanto alla copertura delle categorie prioritarie, il 68% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con le Province autonome di Trento e Bolzano che si avvicinano all’80%. Notevoli le differenze regionali nelle fasce over 80 e 70-79 anni, mentre quella 60-69 è ancora molto indietro.
«La verosimile ripresa della circolazione del virus in un’Italia quasi tutta gialla» avverte Cartabellotta, richiede però «una revisione dell’algoritmo delle Regioni “a colori”, come già proposto dalle Regioni. Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, entriamo infatti in una fase dell’epidemia dove a fronte di un’elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali. Tuttavia, una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro Governo-Regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune Regioni».
Per queste ragioni, la Fondazione Gimbe suggerisce di mantenere lo stesso impianto, ormai rodato, procedendo immediatamente a un suo rapido restyling: ripristinare le soglie dell’indice Rt fissate dal Dpcm del 3 novembre 2020, ridurre complessivamente il “peso” dello stesso indice per assegnare il colore alle Regioni e, soprattutto, integrare indicatori relativi alle coperture vaccinali.