Generazione Z: fisicamente in salute ma emotivamente più provati rispetto ai Millennial

L’indagine

Generazione Z: fisicamente in salute ma emotivamente più provati rispetto ai Millennial

di redazione

Per i ragazzi della generazione Z, la salute emotiva è peggiore di quella fisica. Il 47 per cento dei giovani nati tra il 1997 e il 2012 (generazione Z) e il 59 per cento dei millenial (nati tra il 1981 e il 1996)  ritengono infatti di godere di una condizione fisica “buona o molto buona”, a differenza di quella emotiva che viene considerata buona dal 41 per cento della Generazione Z e dal 51 per cento dei millenial. E, rispetto al genere, gli uomini ritengono di essere più in salute delle donne. 

I dati sono il risultato di una indagine di Merck “Sostenibile o niente. Il futuro che vogliono i Millennial e gli Zeta di Europa” realizzata con il supporto tecnico di GAD3.

 Promossa in occasione dell’ “Anno europeo dei Giovani”, proclamato dalla Commissione Europea, la ricerca ha coinvolto 6.119 giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni in dieci Paesi europei (Spagna, Germania, Austria, Francia, Ungheria, Italia, Norvegia, Polonia, Portogallo e Regno Unito).

Gli ambienti sani
I giovani italiani affermano che gli ambiti sociali per loro più sani sono la famiglia (86%) e gli amici (84%), seguiti dall’ambiente di lavoro e di studio (74%). Solo il 55%  ritiene i social media un ambiente sano.

I punti di riferimento per le informazioni sulla salute

Quando si tratta di cercare un consiglio per uno stile di vita sano da seguire gli operatori sanitari (57%), le agenzie che si occupano di salute (49%) e gli account ufficiali di enti pubblici o privati (36%) sono le tre principali fonti di informazione, seguite dai divulgatori/creatori di contenuti sulla salute (33%).

 Risulta invece bassa la fiducia nei confronti degli influencer su temi lifestyle: solo il 13 per cento dei giovani italiani si affida a loro.

Gli italiani intervistati hanno anche le idee molto chiare su quale ambito della ricerca scientifica sostenere: il 76 per cento infatti darebbe priorità alla lotta contro il cancro, seguita da quella alle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e la sclerosi multipla. L’infertilità (28%) e il Covid-19 (26%) sono priorità meno sentite. 

La genitorialità? Non è una priorità per un giovane italiano su tre

Il 71 per cento dei giovani italiani intervistati dichiara di non avere figli, percentuale che sale all’87 per cento per i giovanissimi della generazione Z. Dato ancora più allarmante, il 35 per cento dei giovani italiani senza figli non prevede di averne in futuro, rispetto al 28 per cento degli europei.

E se un figlio, pur desiderato, non arriva? 7 giovani italiani su 10 hanno affermato che ricorrerebbero a cure mediche se non riuscissero a concepire naturalmente.
Le donne e i millennial sono più propensi a farlo (rispettivamente 71% e 69%).

«Le risposte dei giovani italiani sul tema della genitorialità non devono sorprendere. È evidente che un contesto socio-economico non particolarmente favorevole, le difficoltà nel trovare un’occupazione soddisfacente e l’incertezza per il futuro abbiano un impatto importante su un progetto bello e impegnativo come quello di avere dei figli», dichiara Jan Kirsten, presidente e amministratore delegato di Merck Healthcare Italia.