Hiv: con pandemia, difficoltà di accesso alle visite per 1 paziente su 3
Difficoltà di accedere agli esami, isolamento sociale, impossibilità a uno scambio realmente efficace con il medico. Sono le principali conseguenze subite dalle persone con Hiv durante la pandemia secondo un’indagine telefonica realizzata da Datanalysis - Istituto di ricerche demoscopiche nell’area Salute nel novembre 2021 su 198 persone HIV Sieropositive.
Più della metà (54%) del campione ha dichiarato che, in questo periodo di pandemia da Covid19, le visite per la propria situazione clinica, sono essenzialmente state condotte con servizi di telemedicina, mentre per un altro terzo circa (35%) con un sistema misto di telemedicina e di persona. Solo pochi hanno riferito sempre di persona (11%).
La difficoltà nell’accesso a visite/esami è tra le principali conseguenze subite dall’avvento della pandemia da Covid-19 (32% delle multi risposte), seguita dal progressivo isolamento sociale (25%) e da un aumentato livello di stress (21%). Più contenuti i riferimenti relativi alla difficoltà nell’attività lavorativa/perdita del lavoro (14%) e dalla diminuzione dei servizi di supporto (8%).
Tra i più importanti problemi affrontati a livello di salute pubblica, durante la pandemia, vi è innanzitutto una comunicazione non sempre efficace (33% delle multi risposte) e, in subordine, linee guida per affrontare il Covid19 a volte non efficaci (24%). Inoltre, un accesso non adeguato ai test Covid19 (19%), insufficienti dispositivi di protezione (15%) ed infine un distanziamento sociale non sempre appropriato (9%).
Secondo gli intervistati con il perdurare della pandemia, la difficoltà nelle visite di persona e nei servizi di laboratorio e l’utilizzo sempre più diffuso della telemedicina potrebbero comportare un’impossibilità ad uno scambio realmente efficace tra medico e paziente (35% delle multi risposte) e un isolamento sociale sempre più grave (32%) sono le principali conseguenze, con il perdurare della pandemia da Covid-19, alla difficoltà nelle visite di persona e nei servizi di laboratorio e l’utilizzo sempre più diffuso della telemedicina.
Infine, più della metà delle persone HIV positive intervistate (52%) ha evidenziato che, superata questa pandemia, continuerà a utilizzare i servizi di telemedicina.